La dignità delle donne: tante piccole luci per danzare la vita (di Lilly Ippoliti)
“ E se, invece di vivere la Vita, provassimo a danzarla?”
Roger Garaudy
Una mattina rovente di luglio 2010.
Un trafiletto su “La Repubblica” annunciava un incontro “trasversale” per riappropriarsi della dignità delle Donne e invitava chiunque , di buona volontà, per la sera, all’Accademia di Danza.
La proposta arrivava da una giovanissima e sconosciuta Associazione che faceva capo alle sorelle Comencini e ad altri nomi illustri della Cultura, del Giornalismo e dello Spettacolo, senza simboli politici né religiosi.
L’Accademia di Danza, a Roma, ha uno spazio all’aperto enorme ed elegantissimo.
La collocazione ideale per un cielo terso e una prima brezza che riportava un po’ di respiro sull’Aventino.
Decisi di andarci con amici per curiosità e per, immaginavo, sostenere una novità così interessante che, come al solito, avrebbe raccolto in platea i soliti volenterosi quattro gatti.
E rimasi senza parole di fronte a questo anfiteatro nel verde, invece, stracolmo di gente venuta da varie parti d’Italia grazie al passa-parola e ad internet.
Lunetta Savino e Isabella Ragonese, piccolissime sul grande palcoscenico, sembravano figurine dimenticate lì dopo un gioco di bimbi distratti.
Ma bastò che le loro voci riempissero l’aria per interpretare “Libere”, l’atto unico di Cristina Comencini che immagina un dialogo tra due donne della scorsa e della presente generazione, perché anche la luna si fermasse ad ascoltarle.
E loro divennero grandissime, occuparono tutto lo spazio fisico e simbolico di quella notte un po’ magica.
Le donne presenti erano una folla: nonne, madri, figlie e nipoti (molte le giovanissime).
Gli uomini, un po’ meno numerosi, partecipavano, però, con grande attenzione.
L’Associazione Di-Nuovo si presentava così, alla ribalta, suscitando, dopo la performance teatrale, un dibattito e un confronto vivacissimi.
L’energia e l’entusiasmo che creavano poco alla volta, avvolsero ben presto tutta l’Accademia in un abbraccio ideale che si allargava, come fanno i cerchi provocati da un sasso nello stagno, ad ogni donna presente o lontana.
Il tutto GRATIS!!!
I tecnici, le strutture, l’organizzazione e la creatività erano tutte senza prezzo perché, effettivamente, il valore dell’evento era incalcolabile.
Non ricordavo di aver partecipato a qualcosa di simile dagli anni ’70!
La maturità di Lunetta Savino e la giovinezza limpida di Isabella Ragonese incarnavano la lotta e la speranza di generazioni di donne custodi e promotrici appassionate della Vita.
E’ stata una grande gioia ritrovarle artefici della Manifestazione di piazza del Popolo il 13 febbraio insieme a tutte le altre!
Di-Nuovo: perché, finalmente, si ripetesse Di-Nuovo il miracolo di una presa di coscienza e di dignità femminile di cui si sta perdendo perfino il ricordo.
E adesso Dario Fo. Sì, ma che c’entra?
Quando Berlusconi riprese il potere per la seconda volta, un cronista diligente intervistò il premio Nobel e sua moglie per averne un commento.
E Dario Fo profetizzò con tristezza infinita:” Ci vorranno almeno due generazioni per recuperare lo scempio dell’etica e della cultura che quest’individuo compirà”
Ricordo che il cronista restò basito e non riuscì a trovare un’altra domanda.
Sicuramente non basterà l’Associazione Di-Nuovo, non saranno sufficienti gli sforzi eccellenti di artisti e giornalisti per tirare fuori l’Italia dalla palude in cui sta affogando ma le piccole luci sono più forti delle tenebre.
Tante piccole luci sono una seria promessa, sono la coda di una cometa su cui si muovono tutti coloro che non si limitano a vivere la vita ma vogliono danzarla.
Lilly Ippoliti
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