La giornata del rifugiato e i nostri dilemmi
In occasione della giornata del rifugiato pubblichiamo un’intervista a Padre Giovanni La Manna responsabile del Centro Astalli, il servizio dei gesuiti per l’ accoglienza e l’ assistenza dei rifugiati.
D: Vivere l’esperienza di essere sradicati e costretti all’esilio, come risultato della repressione, della guerra o di disastri naturali, costituisce una caratteristica propria della storia dell’umanità. La migrazione forzata ha influenzato lo sviluppo delle principali religioni ed è parte integrante del nostro comune patrimonio. Si ripropongono interrogativi già ben conosciuti quando si parla di accoglienza e inserimento di persone nuove nella nostra società. In particolare questi interrogativi si riducono ad un dilemma: risorsa o minaccia?
R: Il fenomeno migratorio appare strutturale: gli stranieri tendono ormai alla stabilità, nonostante politiche di integrazione a volte carenti, e si inseriscono in quegli spazi del mercato del lavoro rifiutati dagli italiani. Ma purtroppo una parte dei cittadini non la pensa così e nutre un senso di paura per l’arrivo degli immigrati, considerandoli la principale fonte di insicurezza, non tanto dal punto di vista dell’ordine pubblico, ma da quello della sicurezza sociale.
Nella loro percezione gli stranieri aumenterebbero la disoccupazione, nonostante in realtà siano impiegati in mansioni indispensabili alla comunità e rifiutate dagli autoctoni.
Uno dei fattori che incide sui timori dei cittadini riguarda i flussi irregolari, tra l’altro presentati dai media, esagerando di molto la realtà, come un fenomeno continuo e inarrestabile.
Quote d’ingresso inadeguate, carenze nei meccanismi di incontro tra domanda e offerta di lavoro, lavoro nero e precario che vengono percepiti come un ulteriore indebolimento del lavoro regolare sono argomenti all´ordine del giorno. Per non parlare poi di come tv e giornali mostrano l’arrivo dei clandestini e le espulsioni come è già avvenuto in Italia nel recente passato. Infatti, nel nostro Paese, spesso, i media ingigantiscono le paure degli italiani presentando gli stranieri come una minaccia all’ordine pubblico. In realtà solo lo 0,3% degli stranieri regolarmente residenti in Italia è colpevole di reati. Una percentuale minore di quella degli italiani.
Sarebbe quindi, forse, il caso di regolarizzare e inserire con maggiore flessibilità gli immigrati nei paesi europei con politiche di integrazione adeguate affinché il numero di irregolari diminuisca e con esso anche le nostre insicurezze.
D: Altro binomio che sottopongo alla tua attenzione: paura del diverso, di chi viene da fuori e confini messi a presidio di porzioni del pianeta Terra dichiarate di proprietà esclusiva di gruppi di persone.
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