La grande disuguaglianza

Le élite economiche mondiali agiscono sulle classi dirigenti politiche per truccare le regole del gioco economico, erodendo il funzionamento delle istituzioni democratiche e generando un mondo in cui 62 super ricchi possiedono l’equivalente di quanto detenuto da metà della popolazione mondiale. Il rapporto di ricerca diffuso da Oxfam, evidenzia come l’estrema disuguaglianza tra ricchi e poveri implichi un progressivo indebolimento dei processi democratici a opera dei ceti più abbienti, che piegano la politica ai loro interessi a spese della stragrande maggioranza.

poveri del mondoUna situazione che riguarda i paesi sviluppati, oltre quelli in via di sviluppo, dove l’opinione pubblica ha sempre più consapevolezza della concentrazione di potere e privilegi nelle mani di pochissimi. Dai sondaggi che Oxfam ha condotto in India, Sud Africa, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti, la maggior parte degli intervistati è convinta che le leggi siano scritte e concepite per favorire i più ricchi.

In Africa le grandi multinazionali – in particolare quelle dell’industria mineraria/estrattiva – sfruttano la propria influenza per evitare l’imposizione fiscale e le royalties, riducendo in tal modo la disponibilità di risorse che i governi potrebbero utilizzare per combattere la povertà; in India il numero di miliardari è aumentato di dieci volte negli ultimi dieci anni a seguito di politiche fiscali altamente regressive, mentre il paese è tra gli ultimi del mondo se si analizza l’accesso globale a un’alimentazione sana e nutriente. Negli Stati Uniti, il reddito dell’1% della popolazione è aumentato ed è ai livelli più alti dalla vigilia della Grande Depressione. Recenti studi statistici hanno dimostrato che, proprio negli USA, gli interessi della classe benestante sono eccessivamente rappresentati dal governo rispetto a quelli della classe media: in altre parole, le esigenze dei più poveri non hanno impatto sui voti degli eletti.

ricchi e poveri“Il rapporto dimostra, con esempi e dati provenienti da molti paesi, che viviamo in un mondo nel quale le élite che detengono il potere economico hanno ampie opportunità di influenzare i processi politici, rinforzando così un sistema nel quale la ricchezza e il potere sono sempre più concentrati nelle mani di pochi, mentre il resto dei cittadini del mondo si spartisce le briciole”, afferma Winnie Byanyima, direttrice di Oxfam International. “Un sistema che si perpetua, perché gli individui più ricchi hanno accesso a migliori opportunità educative, sanitarie e lavorative, regole fiscali più vantaggiose, e possono influenzare le decisioni politiche in modo che questi vantaggi siano trasmessi ai loro figli”.

Il rapporto di Oxfam evidenzia, ad esempio, come sin dalla fine del 1970 la tassazione per i più ricchi sia diminuita in 29 paesi sui 30 per i quali erano disponibili dati. Ovvero: in molti paesi, i ricchi non solo guadagnano di più, ma pagano anche meno tasse.

Questa conquista di opportunità dei ricchi a spese delle classi povere e medie ha contribuito a creare una situazione in cui, nel mondo, 7 persone su 10 vivono in paesi dove la disuguaglianza è aumentata negli ultimi trent’anni, e dove l’1% delle famiglie del mondo possiede il 46% della ricchezza globale (110.000 miliardi dollari)

povertà“Se non combattiamo la disuguaglianza, non solo non potremo sperare di vincere la lotta contro la povertà estrema, ma neanche di costruire società basate sul concetto di pari opportunità, in favore di un mondo dove vige la regola dell’ ‘asso pigliatutto’, conclude Winnie Byanima.

Negli ultimi anni il tema della disuguaglianza è entrato con forza nell’agenda globale e le disparità di reddito sono considerate come un pericolo per la stabilità sociale e la sicurezza su scala globale. Anche per questo Oxfam chiede ai decision maker politici e istituzionali di assumere un “impegno solenne” volto a:

  • sostenere una tassazione progressiva e contrastare l’evasione fiscale;
  • astenersi dall’utilizzare la propria ricchezza per ottenere favori politici che minano la volontà democratica dei propri concittadini;
  • rendere pubblici tutti gli investimenti nelle aziende e nei fondi di cui sono effettivi beneficiari;
  • esigere che i governi utilizzino le entrate fiscali per fornire assistenza sanitaria, istruzione e previdenza sociale per i cittadini;
  • adottare dei minimi salariali dignitosi in tutte le società che posseggono o che controllano;
  • esortare gli altri membri delle élite economiche a unirsi a questa causa.

evasione fiscale repressioneOxfam chiede inoltre ai governi di affrontare la diseguaglianza reprimendo più severamente la segretezza finanziaria e l’evasione fiscale investendo nell’istruzione universale e nell’assistenza sanitaria.

Oxfam lancia Sfida l’ingiustizia una nuova campagna per agire con urgenza contro l’aumento vertiginoso della disuguaglianza, partendo da un primo passo: la messa al bando dei paradisi fiscali. Il continuo ricorrere da parte di super-ricchi e grandi multinazionali agli investimenti offshore è infatti uno dei fattori che sottrae alle casse degli Stati risorse essenziali per la lotta alla povertà e alla disuguaglianza.

A livello globale gli investimenti offshore dal 2000 al 2014 sono quadruplicati, e si calcola che 7.600 miliardi di dollari di ricchezza di privati individui (una somma equivalente ai tre quarti della ricchezza netta delle famiglie italiane nel 2015) sia depositato nei paradisi fiscali. Se sul reddito generato da questa ricchezza venissero pagate le tasse, i governi avrebbero a disposizione 190 miliardi di dollari in più ogni anno

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