La narrazione, la realtà e i problemi veri
LA NARRAZIONE: l’Italia è in crisi; la povertà aumenta; la disoccupazione non cala; le pensioni sono da fame. Chi oserebbe smentire queste affermazioni? I DATI però dicono altro: reddito e patrimonio degli anziani non sono mai calati e sopravanzano quelli dei giovani; il Pil è cresciuto più di Francia e Germania; il debito pubblico è calato; le esportazioni mettono l’Italia al top delle economie europee; l’indice che misura la disuguaglianza è sceso insieme al rischio di povertà (dati Istat); il tasso di disoccupazione è calato e quello dell’occupazione è al massimo da decenni; la temuta crisi energetica è stata contenuta; le conseguenze economiche della guerra in Ucraina sono molto inferiori al previsto; decine di migliaia di posti di lavoro non vengono coperti per mancanza di persone disponibili perché non formate (dati Unioncamere-Anpal). E poi: la spesa pubblica sale al 55% del Pil e l’evasione fiscale persiste indisturbata e incoraggiata dal governo attuale.
Che quadro esce da questa sintesi? Quello di un Paese che ha grandi potenzialità, ma che è frenato da un cattivo rapporto tra cittadini e Stato. Prevale la diffidenza e la sfiducia che è la base per coltivare i propri interessi disinteressandosi delle conseguenze di una miriade di scelte individuali. Le scelte politiche sono sempre parziali e preoccupate di arrivare alle elezioni non certo allo sviluppo dell’Italia e quindi i soldi pubblici sono spesi male
28 dicembre 2022
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