La politica, noi e questi anni da incubo (di Lorena Nattero)
“La responsabilità è della politica!” Quante volte leggiamo o ascoltiamo questa affermazione? Tante, troppe, e sarebbe il caso di domandarsi se può confondere le idee invece di aiutare a capire. Sono una madre, una insegnante, iscritta ad Associazioni e ad un Partito politico: allora è anche colpa mia? No non è proprio e solo così.
Il problema è quello dell’educazione al civismo e non ci si può fermare alla politica, anche se spesso tendiamo ad attribuire a questa tutti i mali del mondo, in una visione totalitaristica limitata e limitante. Innanzitutto il contesto. Oggi circola più “educazione” sul web che nelle scuole, la gran parte delle famiglie ha abdicato al proprio ruolo di adulto educatore, sugli schermi televisivi si esaltano il cattivo gusto, la protervia, la violenza fisica e verbale, lo svilimento della bellezza femminile a pura merce, l’ignoranza becera, i comportamenti primordiali istintivi, il dileggio degli anziani e dei deboli. Di tutto ciò, tra i banchi di scuola, gli studenti interessati e diligenti si vergognano e gli insegnanti non sono attrezzati a fronteggiare l’arroganza dilagante, anzi, a volte, ne sono essi stessi colpiti. Persino lo sport ha perduto il senso del suo messaggio positivo e rappresenta un mondo in cui inganno, frode, guadagni illeciti e truffa sono accettati come parte del “gioco”.
Per permettere ad ogni cittadino di orientarsi e scegliere la propria linea di condotta, in una società così parossisticamente esaltata, servirebbero Istituzioni che ispirano fiducia e rispetto. Che non è una cosa astratta, ma significa fornire ai cittadini elementi di conoscenza, giudizio e confronto per valutare il comportamento di chi ci governa, a tutti i livelli. Con i suoi comportamenti e con il suo esempio chi ricopre cariche pubbliche compie una azione profondamente educante (o diseducante, ovviamente)!
Già, ma come si svolge questa azione educante (o il suo contrario)? Compito della Politica deve essere quello di pensare e realizzare progetti: per la Scuola, per sostenere la famiglia, per finanziare la cultura (Teatri, Cinema, libere Associazioni di cittadini, Editoria, Giornali) e facilitarne l’accesso e la fruizione insomma per governare la collettività, da un piccolo comune all’intera nazione.
Le responsabilità dei Partiti e della Politica non esistono perchè ci sono dei corrotti che ci si annidano. Nessuno è tanto sciocco da pretendere un teatrino ipocrita in cui tutti siano puri ed esenti da ogni caduta. Le vere responsabilità nascono quando la Politica trasmette il messaggio che così fan tutti, che il mondo è questo e che bisogna adeguarsi. Per questo i corrotti, i ladri e gli incapaci non sono mai condannati moralmente e cioè radicalmente ed espulsi dal mondo politico, ma vengono compresi, giustificati e persino “promossi” nel loro Partito e nelle Istituzioni.
Abbiamo incominciato da Craxi una simile deriva; li ricordo bene i giovani rampanti craxiani (mi fa impressione chiamarli socialisti) che ci ridevano in faccia e ci spiegavano come si sta al mondo! Adesso siamo arrivati a questi beceri ladri di polli, solo che i polli sono d’oro e non c’è più margine per sopportare i loro furti. Però li abbiamo accettati e coperti per tanto tempo senza ribellarci. Così, dopo aver provato ad imitarli e aver imparato i loro metodi, dopo esser diventati un popolo con un tasso di illegalità diffusa senza pari nel mondo occidentale, dopo aver visto l’affermazione a tutti i livelli di furbi e di maneggioni, di gente senza occhi e senza orecchie pur di farci gli affari nostri, ora ci siamo svegliati e ci sentiamo molto incazzati. Forse perché abbiamo capito in fretta che guaio il nostro consenso aveva combinato.
Così cerchiamo chi dia soddisfazione al nostro bisogno di sfogarci. Ed ecco Grillo: il suo è l’unico linguaggio che abbiamo imparato in questi lunghi anni da incubo, insieme a quello di Borghezio, di Calderoli, del rudere Bossi, del “pornodivo” Berlusconi, delle loro mignotte più o meno abili e più o meno Ministre o Deputatesse o Consigliere regionali e, infine, dei fascisti ringalluzziti alla Storace.
La buona Politica c’è ancora, ma è stata zittita e sommersa. E quando, in tempi come questi, c’è chi cerca di mettere insieme i cocci e ripartire, con umiltà e impegno e pure con tanti limiti, per ricostruire un Paese civile e ce la potrebbe perfino fare ecco che salta su qualcuno a spiegare che tutti sono uguali e che tutti hanno le loro responsabilità….Può darsi che abbiano anche ragione, per carità, ma io penso che, in un Paese libero del 2013, c’è bisogno d’altro che di condanne generalizzate e di tribunali del popolo: servono fiducia, capacità di governare le diversità, impegno e fatica, perchè non basta far predicozzi, per migliorare e far migliorare il Paese.
Lorena Nattero
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