La responsabilità politica di Grillo (di Rossella Aprea)
Che il nuovo di per sé spaventi, la storia ce lo insegna e la vita pure. Così non deve stupire che l’avvento dei grillini in Parlamento abbia spinto nelle prime settimane molti a inanellare discorsi di assoluta ragionevolezza con l’evidente intento di stigmatizzare il nuovo gruppo di parlamentari del M5S, perché giovani, inesperti e impreparati, mentre il vecchio mondo “usato, ma garantito” fatto dei soliti noti artefici e complici del disastro italiano, veniva riconsiderato e rispolverato, forse solo perché apparentemente più rassicurante.
Classiche e inutili ipocrisie italiane, figlie di opportunismi ed egoismi, che ci hanno portato diritti diritti nell’occhio del ciclone di una devastante “crisi economica”. Fatta questa necessaria premessa, a dimostrazione di una personale disponibilità fiduciosa, ma pur sempre attenta verso il nuovo, una riflessione sul M5S, a questo punto, diventa doverosa dopo queste prime settimane postelettorali vissute su un vertiginoso e impazzito “ottovolante” politico a cui tutto il Paese guarda con crescente preoccupazione.
E’ evidente che il M5S sta attraversando un momento non facile della sua giovane vita. Essendo troppo rapidamente giunto al successo, rifiuta quel ruolo da coprotagonista, che pure ha cercato, rivendicato e urlato nelle piazze attraverso il suo leader sino a qualche settimana fa e che gli permetterebbe di tentare quell’operazione di trasformazione del Paese che è diventata improcrastinabile. Lo rifiuta, forse, in nome di un disgusto verso un’intera classe politica che ancora “occupa” il Parlamento. Lo rifiuta, forse, nel timore di subire contaminazioni e corresponsabilità pericolose. Lo rifiuta, forse, perchè vuole distinguersi e avere le mani libere successivamente per governare da solo.
E, invece, quale che sia la ragione o l’insieme delle ragioni, lo scenario attuale obbliga, invece, il M5S a un comportamento diverso da quello tenuto in campagna elettorale. Gli Italiani gli hanno affidato un mandato, in una forma così consistente, che per i grillini non si tratta più di guardare e controllare il gioco degli altri, ma di impostare il proprio. Certamente, giocare di rimessa è stato sempre più facile e per una nuova forza politica è preferibile. Mentre afferrare il pallone e farlo rotolare sul campo, impostando le azioni, avanzando e costruendo il gioco, è tutta un’altra storia. Non c’è dubbio.
Il M5S, certamente, soffre il fatto di non essere ancora adeguatamente strutturato e i suoi giovani parlamentari non si sono mai trovati ad affrontare un’esperienza così impegnativa, anche perché si tratta comunque della prima volta. Ma, il rifiuto di qualsivoglia forma di dialogo con il PD prescinde probabilmente da questioni organizzative interne, e se è giustificabile in linea di principio, lo è molto meno sotto il profilo politico, quando si considera il significato del mandato che gli Italiani hanno affidato al Movimento: cioè governare, agire, salvare il Paese. Subito, presto, ora. Non solo protestare, dunque.
Da un punto di vista politico, quindi, l’atteggiamento assunto da Grillo – o soli o con nessuno – potrebbe rivelare una debolezza strutturale e/o una incapacità politica di ritagliarsi un nuovo ruolo indispensabile per muoversi costruttivamente nelle aule parlamentari. Ciò non significa che il M5S debba sconfessare le proprie logiche, ma solo inquadrarle in un sistema parlamentare che ha delle regole per funzionare e il cui funzionamento deve essere assolutamente garantito perché il Paese ha un disperato bisogno di essere governato. L’atteggiamento di Grillo, forse dettato anche da strategiche considerazioni elettorali in vista della prossima consultazione politica nazionale ritenuta a breve scadenza, potrebbe rivelarsi un’astuta mossa mediatica, ma alla lunga anche un clamoroso autogoal proprio per un’errata valutazione della situazione. Il M5S deve tener presente,infatti, che non ha molto tempo a sua disposizione, questo non gli sarà concesso dai suoi elettori. A mio avviso, perciò, non converrebbe né fare melina, né mantenere l’atteggiamento “sfascista” fin qui sostenuto, perché il Paese ha bisogno e si aspetta risposte urgenti e interventi immediati.
Non verrà perdonato da un elettorato “liquido” a Grillo e al suo movimento, di aver sprecato in giochi di mera strategia politica di rafforzamento un’opportunità così ghiotta per avviare quel cambiamento che una parte del Paese gli ha affidato in preda alla rabbia, alla disperazione o allo scoraggiamento. Grillo non ha molto tempo per dare al Paese quei segnali concreti che il Paese si aspetta, farebbe bene a tenerlo presente. Le prossime elezioni sono più vicine di quanto si pensi. In tal caso il successo improvviso si potrebbe trasformare in un altrettanto inaspettato fallimento. E allora lo “tsunami”potrebbe veramente travolgere tutti, anche lo stesso Grillo. A quel punto avremmo perso. Tutti. E non so a chi gioverebbe quest’occasione sprecata. Sicuramente non agli Italiani che vorrebbero vivere decentemente in una società che torni ad essere civile, democratica, egualitaria. In un’Italia diversa. Fallita questa opportunità, cosa resterebbe a quell’Italia che sta sopravvivendo malamente nell’assoluta indifferenza politica e sociale se non farsi giustizia da sola?
Rossella Aprea da www.lib21.org
L’analisi è condivisibile, ma mettere di fronte Grillo a qualsiasi considerazioni politica è pura follia, come è follia la sua idea di fondo. Grillo e Casaleggio non hanno nessuna iniziativa, perché il loro fine ultimo è un mondo di avatar, una democrazia virtuale. Per questo motivo è inutile intraprendere con Grillo qualsiasi ragionamento politico. Il problema, al momento, mi pare chiaro: c’è una forza politica con un terzo dei consensi che intende volontariamente paralizzare tutto per forzare ulteriormente la leva anticasta e guadagnare ulteriore consenso. Non a caso, anziché lavorare per dare un minimo di stabilità al Paese, il partito di Grillo e Casaleggio dal 26 febbraio in poi non ha fatto altro che attaccare i loro principali competitor sul mercato del voto (il PD) cn l’augurio di un governo di larghe intese a braccetto con il PDL e battere e ribattere sull’aspetto più populistico del taglio della spesa: gli stipendi dei politici. E’ insopportabile questo qualunquismo becero, devo dire che i parlamentari, i presidenti delle camere e i membri del governo devono assolutamente guadagnare cifre elevate o comunque commisurate alla loro responsabilità nei confronti del Paese. Questo pauperismo che si sta diffondendo (a me l’annuncio dei presidenti delle due rami non è piaciuto affatto) non mi piace. E’ giusto che i parlamentari guadagnino molto, perché molte devono essere le loro responsabilità. Qui per combattere l’inefficienza del sistema politico si svilisce il ruolo: come a dire, mettiamoci chi capita, basta che non rubi e costi poco. In questo modo la società civile accetta una sconfitta e fa un passo indietro colossale, mentre i promotori giacobini del M5S si fanno potenti e ricchi (quantomeno di consenso) a spese di tutti. E’ un meccanismo che testimonia in maniera cristallina la malafede totale e l’idiosincrasia totale di Grillo e Casaleggio nei confronti della democrazia e del bene comune. A questi l’unica cosa che interessa, e lo hanno dichiarato a parole e attraverso videodeliri di ogni genere, è il 100% dei consensi e l’estinzione dei partiti. Che, tradotto, fa dittatura. http://www.casaleggio.it/media/video/video.php
scusa se mi permetto… ma…Non hai capito nulla Rossella, il movimento 5 stelle ha fatto una campagna elettorale di un certo tipo (condivisibile o non) in cui una delle condizioni essenziali è il non allearsi con nessuno dei vecchi partiti che negli ultimi anni non hanno fatto altro che affossare il paese.
Se il movimento decidesse il contrario perderebbe la fiducia di moltissimi elettori, come anche io stesso, che lo ho votato per dare un cambiamento radicale al paese.
IN PIU’ Grillo non ha mai detto che farà sempre opposizione! Se i partiti faranno proposte sensate e che rispettano il programma saranno TUTTI felicissimi di approvarle. Ma… scusa se mi permetto di dire che sei disinformata, hai seguito quello che stà facendo il M5S in Sicilia? ha collaborato con la giunta regionale del PD e sono arrivati a un accordo su moltissime cose importanti, non ultima l’abolizione delle provincie!! cosa molto importante e innovativa in questo paese… a cui purtroppo i giornali e i media non hanno dato molto peso.. secondo te perchè? il nuovo da fastidio.. la Parola Onestà in Italia non va di moda, io Ho votato M5S (non mi vergogno a dirlo) per cambiare questa politica, non di certo per aiutare i partiti disonesti e ladri (come si sono dimostrati in passato) a risorgere, deve finire questa era di Partiti e Bipolarismo.