La soluzione ovvia: un governo di transizione (di Claudio Lombardi)

Dopo una settimana di consultazioni Bersani rimette il mandato al Presidente della Repubblica. Che succederà? La cosa più logica è che l’incarico sia dato ad una personalità terza che proverà a formare un governo di transizione dopo il quale ci saranno nuove elezioni. Lo si sapeva da prima che sarebbe andata così.bersani napolitano

Ha fatto bene Bersani ad andare fino in fondo, ma la scelta di puntare sull’alleanza col M5S aveva già ricevuto una chiara e ripetuta risposta negativa. Andare fino in fondo ha dato a tutti la possibilità di prendere coscienza delle conseguenze della propria decisione senza trincerarsi dietro incomprensioni e fraintendimenti e ha dato a noi spettatori la possibilità di conoscere le “profonde” motivazioni di ognuno dei protagonisti.

Nel frattempo la crisi economica e finanziaria si aggrava, provvedimenti urgentissimi vengono rinviati e il governo Monti si disgrega. Nato per fronteggiare un’emergenza e formato a seguito dell’incapacità dei partiti di imboccare una via diversa ha esaurito da tempo la sua funzione e sopravvive a sé stesso e alle evoluzioni politiche del suo leader. Come un componente meccanico progettato per durare fino a un certo punto, aveva un senso per un certo periodo di tempo superato il quale non ha potuto far altro che decadere. Diciamo che è durato il doppio di quello che era lecito attendersi. E diciamo grazie per questo al sistema dei partiti abituato a galleggiare sui problemi sempre rinviati e mai risolti.

Certo il coraggio di prendere il toro per le corna non fa parte della cultura di governo italiana fondata sulle mediazioni fra gruppi di potere o di interesse, sul rinvio e sull’irresponsabilità. Per esempio ci sono volute le bordate di una ribellione popolare di massa per smuovere i partiti dalla difesa ad oltranza del truffaldino sistema di finanziamento di cui godevano, messo in piedi da tutte le forze politiche in spregio al referendum che ne aveva sancito l’abolizione.

politici stupitiBloccati e incapaci di decidere non hanno potuto far altro che invocare un governo di tecnici che ha fatto quello che ha potuto senza sapere dove andare cioè senza nessun progetto e capacità di guidare il Paese. Praticamente la politica si è chiamata fuori per un anno. E che anno! L’affermazione elettorale del M5S è stato il logico sbocco di questa rinuncia alla guida politica del governo.

Non ci venissero a raccontare frottole: hanno agito così per incapacità e per interesse. Con il Pdl molto più colpevole del Pd. Il primo da sempre concentrato sugli interessi personali del fondatore e pagatore sommo Silvio Berlusconi inseguito dalla Magistratura per reati comuni e vertice di un sistema affaristico e “criccarolo” che ha dilapidato risorse enormi. Il secondo incapace di cancellare il marchio verticistico della sua nascita decisa a tavolino da gruppi dirigenti senza alcuna voglia di mettersi in discussione e di rinunciare alle proprie carriere.

E così oggi ci troviamo in una pericolosa situazione di stallo nella quale tutti, in realtà, stanno pensando molto più ai voti che prenderanno alle prossime elezioni che alla situazione che hanno di fronte. Tutti, M5S compreso, che, da ultimo arrivato, ha subito assunto metodi e atteggiamenti da consumato politicante che dice e non dice, non rischia, lascia intendere, aggredisce per nascondere la sua impreparazione, rinvia.

grillo vaffaDice Grillo: il Parlamento faccia le leggi, del governo si può fare  a meno. Che grandissima e ignobile stupidaggine! Grillo fa finta di non sapere che il governo gestisce tutta la macchina dello Stato e che corrisponde ad una maggioranza politica a cui spetta indicare gli obiettivi da perseguire. Fa finta perché a lui interessa che la situazione si aggravi in modo da presentarsi alle prossime elezioni come il salvatore della patria. In pratica sulla pelle nostra fa i suoi giochi politici: ecco il nuovo che avanza!

Purtroppo per noi cittadini un governo ci vuole e pure subito perché nessuna nazione può rimanere senza governo e il Parlamento senza il governo è un cieco che vaga nel buio, un corpo senza braccia e gambe. Ma a Grillo questo non interessa. A noi cittadini sì e molto.

Tutta questa vicenda ci deve far riflettere sull’importanza della buona politica e della partecipazione dei cittadini. Quest’ultima è cosa ben diversa dello stare davanti ad un Pc a mettere post su un blog carico di pubblicità di un tizio che vorrebbe guidare la rivoluzione col suo socio e con uno STAFF segreto che manovra le leve di internet. Questa è una parodia della partecipazione.

È grande la responsabilità dei partiti e anche del mondo dell’associazionismo che da anni sanno benissimo che bisognava allargare il coinvolgimento dei cittadini in tutte le forme possibili, ma da anni fanno finta di non capire e si trincerano dietro apparati e gruppi dirigenti che si perpetuano per cooptazione molto preoccupati di tenere a bada le spinte alla partecipazione invece di suscitarle e di guidarle.

La questione del potere politico è così diventata la questione centrale e siamo tutti appesi alle decisioni di un Presidente della Repubblica che nel nostro ordinamento non dovrebbe nemmeno avere un ruolo così incisivo, ma che è costretto a fare il supplente di forze politiche confuse e irresolute.

A questo punto e sapendo di dover comunque andare a nuove elezioni (speriamo non prima di sei mesi) bisogna formare un governo. Abbiamo perso una settimana di tempo per capire che il M5S dice no, non perdiamone ancora per scoprire che ci vuole un governo di transizione non tecnico, ma con un programma politico limitato. Niente patti politici fra partiti. Solo uno scopo da raggiungere: arrivare in piedi alle prossime elezioni.

Claudio Lombardi

2 commenti
  1. salvatore sinagra dice:

    il problema del governo Monti e che è stato scelto di scericare la responsabilità su soggetti fino ad allora estranei alla politica, se il governo fosse stato fatto da monti, 4 nomi scelti da professori, 4 del pld, 4 del pd ed un paio del così detto terzo polo forse le cose sarebbero andate meglio

  2. Filippo Crescentini dice:

    Tutti i governi sono “di transizione”. Il tuo, come dovrebbe essere fatto? Chi lo dovrebbe sostenere, in parlamento? Chi lo guida, da chi è composto?

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