La strategia rifiuti zero 2020: trasformiamo un problema in opportunità (di Cittadinanzattiva dell’Umbria)

La strategia Rifiuti Zero, ideata e promossa nel mondo dallo scienziato americano Paul Connett, professore emerito della St. Lawrence University di New York e consulente sui rifiuti all’ONU, affronta in modo sostenibile il problema dei rifiuti, operando concretamente e su diversi piani, per andare verso l’obiettivo Rifiuti Zero entro il 2020.

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Rifiuti Zero richiede un cambiamento di mentalità. L’impegno non dovrà più essere quello di liberarsi dei rifiuti, ma di assicurare delle pratiche sostenibili a partire dal corretto utilizzo delle materie prime all’inizio del processo produttivo. Le comunità che si trovano a gestire materiali di scarto, quali imballaggi e oggetti che non possono riusare, riciclare o compostare non possono da sole assumere l’impegno di far funzionare il ciclo dei rifiuti, ma anche le industrie devono fare la loro parte perché il riciclo totale non è attuabile senza l’aiuto dell’industria. Rifiuti Zero, quiindi, collega “la responsabilità delle comunità” alla “responsabilità delle industrie” in maniera consapevole.
La strategia Rifiuti Zero individua la responsabilità estesa del produttore, come viene descritto nella direttiva europea 98/2008 (introdotta nell’ordinamento giuridico italiano con il decreto 205/10) dove si afferma l’importanza di rafforzare la prevenzione e facilitare l’utilizzo efficiente delle risorse durante l’intero ciclo di vita dei prodotti, comprese le fasi di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei rifiuti.
L’attuale sistema industriale e la società usa e getta sono basati su un flusso unidirezionale dei rifiuti verso impianti di incenerimento e discariche inquinanti; pratiche sicuramente non sostenibili. L’estrazione, la lavorazione, il trasporto e l’eliminazione di materiali è una causa primaria di distruzione ambientale e di riscaldamento globale. Il nostro compito è quello di trasformare il nostro sistema industriale uni-direzionale in un sistema circolare, chiuso, riciclando i materiali scartati dalle comunità.
La natura non produce rifiuti che sono un’invenzione umana. Il nostro compito – sia per le comunità, che per le industrie – è quello di riciclare questi materiali per essere in futuro utilizzate.
Per fare ciò, abbiamo bisogno di una forte leadership politica che unisca la comunità e gli apparati industriali.
L’obiettivo “RIFIUTI ZERO entro il 2020”, è un percorso metodologico scandito in 10 passi:
1.Separazione dei rifiuti alla fonte
2.Raccolta differenziata porta a porta
3.Compostaggio
4.Riciclaggio
5.Riuso e riparazione
6.Iniziative di riduzione dei rifiuti
7.Incentivi economici
8.Separazione del residuo e Centro di Ricerca Rifiuti Zero
9.Responsabilità industriale
10.Discarica temporanea per il non riciclabile e la frazione organica sporca stabilizzata.
La realizzazione dell’obiettivo Rifiuti Zero, o semplicemente l’avvicinarsi a quella realizzazione, non sarà facile. L’attuazione di questi sistemi, sebbene semplice come principi, richiede tanto duro lavoro, perseveranza e creatività da parte degli amministratori e dell’industria. Riteniamo che l’adozione dell’obiettivo Rifiuti Zero, come politica di un’amministrazione locale o di un’industria, sia il miglior modo per iniziare un percorso di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Spinge a cambiare il vecchio modello per far sì che i rifiuti siano vere risorse da recuperare.
Per l’amministratore locale, il nuovo modello Rifiuti Zero trasforma il vecchio compito di “eliminare i rifiuti” attraverso discariche o inceneritori, mettendo in atto le buone pratiche per una gestione sostenibile degli stessi.
Il modello Rifiuti Zero significa anche lavorare costruttivamente: amministratori e cittadini che creano un fulcro di condivisione e partecipazione attiva.
Il percorso si concretizza in un protocollo “RIFIUTI ZERO entro il 2020” che si rivolge alle amministrazioni regionali e locali e alle associazioni di partecipazione civica. Il protocollo è importante perché il sistema “RIFIUTI ZERO”:
a. Va verso la direzione giusta.
b. E’ Sostenibile.
c. Migliora mano a mano che un numero sempre maggiore di produttori imparerà a riprogettare gli oggetti e immetterli nel mercato in modo ecocompatibile.
d. Favorisce la cittadinanza attiva perché i cittadini non sono il problema, ma parte della soluzione. Quando si rendono conto che la separazione dei rifiuti alla fonte è semplice, che è nell’interesse della nostra vita e del pianeta, che gli amministratori hanno organizzato sistemi efficaci per trattare i materiali scartati che loro separano, cooperano prontamente per far funzionare il sistema.
e. Porta dei vantaggi economici per quanto riguarda l’economia locale: il guadagno è maggiore rispetto al sistema di gestione dei rifiuti quali discariche e inceneritori. Per questi ultimi un’enorme quantità di denaro viene investito in macchine tecnologiche e la gran parte di questo lascia intere comunità e probabilmente il Paese e va nelle tasche di pochi imprenditori. Invece, con impianti a bassa tecnologia individuati secondo la strategia Rifiuti Zero, la maggior parte del denaro rimane nella comunità, permettendo la nascita di aziende locali e nuovi posti di lavoro.
f. Favorisce una consapevolezza ambientale, perché mette tutta la comunità di fronte la realtà di questo pianeta dove le risorse sono limitate.
Cittadinanzattiva dell’Umbria

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