La transizione energetica dei nostri sogni

È passato veramente poco tempo dalla Cop 26 di Glasgow durante la quale sembrava che anche gli ambiziosi obiettivi posti dalla Commissione europea per la transizione energetica fossero troppo blandi di fronte all’esigenza di correre per raggiungere la neutralità climatica. Greta addirittura proponeva che fosse fissato al 2030 lo stop al consumo di fonti fossili di energia e tanti politici ed esperti facevano a gara per incontrarla e per ascoltare la sua lezione. D’altra parte il movimento che spingeva in questa direzione si era rafforzato durante la lunga stagione calda di quest’anno e quasi nessuno osava richiamarsi alle difficoltà della realtà di fronte alla facilità dei sogni.

Questo inverno è iniziato all’insegna dei rincari dell’energia e del gas in particolare che ne è la componente principale. Il governo ha già messo sul piatto uno stanziamento di 4 miliardi per far fronte all’aumento delle bollette forse contraddicendo i tanti che predicavano proprio l’aumento dei prezzi per indurre ad un maggior risparmio di fonti fossili che abituasse i consumatori alla loro scomparsa che, comunque, presuppone una sostituzione con fonti pulite non potendo immaginare un’ondata di pauperismo penitenziale senza veicoli a motore e con i riscaldamenti spenti.

Intanto l’Italia è bloccata sulla realizzazione di nuovi impianti per produrre energia pulita. Sempre più ampio è il divario fra una transizione sognata e il modo con il quale la si sta costruendo. Fa il punto sulla situazione sul Sole 24 Ore di ieri Jacopo Giliberto con un articolo che espone alcuni semplici dati. La sintesi è che gli impianti di fonti rinnovabili per produrre l’energia elettrica che dovrebbe sostituire ogni altra fonte di energia in tutti i settori della vita sociale ed economica nel 2050 vengono realizzati a meno di un decimo del ritmo necessario.

A dispetto della velocità che dovrebbe essere impressa alla transizione siamo ad una paralisi che non dovrebbe sorprendere gli italiani abituati ai veti incrociati delle sedi politico istituzionali, dell’ambientalismo e delle burocrazie. L’Italia decide di chiudere la produzione di motori a benzina e gasolio nel 2035, ma sull’energia pulita per alimentare milioni di veicoli elettrici non si ha nessuna certezza. Di fatto, argomenta Giliberto, i progetti per le energie rinnovabili sono fermi. Contro le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici si erge la resistenza delle regioni e delle soprintendenze del ministero della cultura. I dati parlano chiaro: i pareri espressi dalle due tipologie di enti sono quasi tutti negativi. Nell’articolo si osserva che le aziende elettriche presentano progetti fotocopia a ripetizione in diverse parti d’Italia nella speranza che almeno uno riesca ad essere approvato. Non proprio un bel segnale.

Sull’energia solare si veda anche il recente articolo di Pietro Zonca qui https://www.civicolab.it/transizione-energetica-ed-energia-solare/

Le tappe della transizione sono già fissate: il 2030 con due terzi dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e il 2050 con il 100%. Poiché oggi siamo al 38% bisogna ottenere una produzione di Megawatt incrementale di 9000 Megawatt l’anno fino al raggiungimento degli obiettivi indicati. Se si considera che oggi a malapena si riesce ad arrivare a 1000 MW l’hanno si ha un’idea del ritardo che si sta accumulando. Le bocciature più clamorose vengono dalle regioni del Mezzogiorno che potrebbero offrire la maggiore esposizione al sole come Puglia, Sicilia, Basilicata, Calabria. Il motivo di tanta ostilità è che gli impianti per le rinnovabili rovinano il paesaggio. Anche per gli impianti eolici le resistenze sono notevoli. Persino per quelli collocati in mare davanti alle coste italiane.

Il paesaggio è sacro? Benissimo, ma allora bisogna che qualcuno spieghi come si può pensare di sostituire le fonti fossili se non si riesce a far funzionare eolico e fotovoltaico. Sognare è facile, enunciare principi pure, cambiare la realtà no

Claudio Lombardi

1 commento

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  1. […] al 2050. Come ha ricordato più volte Cingolani e molti articoli dei giornalisti specializzati (https://www.civicolab.it/la-transizione-energetica-dei-nostri-sogni/) oggi di MW da rinnovabili se ne installano meno di 1000 l’anno per le note resistenze contro […]

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