L’altra faccia del potere (di Fondazionetica.it)

I fumi dell’antipolitica stentano ad abbassarsi: è lo scenario ideale per la stagione dei grandi giochi di potere che si è aperta in Italia, ad insaputa di molta gente “comune”. I talk show preferiscono parlare di politica, di tecnici e di spread, e la gran parte dei quotidiani nazionali dedica generalmente poche righe, a pagina venti o trenta, ai rinnovi dei Cda di banche, assicurazioni, gruppi industriali ed editoriali.

Perché? Non è lì che si decidono le sorti del Paese? È forse sconveniente dire che quando si hanno in mano banche e giornali, si è in grado di controllare ben oltre l’economia e la finanza?

Al confronto, i giochi politici appaiono screzi di bambini rispetto agli scontri, felpati ma durissimi, che si consumano a ben altri livelli. Lontano dall’attenzione di un’opinione pubblica distratta dagli scandali di questo o quell’assessore, e ben al riparo dal chiasso dei media.

Non si dica che gli intrecci finanziari sono questioni troppo tecniche, difficili da capire per i lettori/telespettatori. Anche le regoli elettorali, le riforme costituzionali o quella del lavoro, sono materie estremamente complesse: eppure, se ne parla ovunque come se fossero pane quotidiano nelle case degli Italiani. Perché non fare uno sforzo e spiegare anche il risiko della finanza italiana?

Non si dica neppure che manca l’interesse del pubblico: si comincino a raccontare le cifre, l’opacità delle nomine, l’aggiramento delle regole, gli accordi segreti, le impunità di fatto, che soffocano la finanza e l’economia italiana, e l’interesse dei cittadini arriverà a superare quello per la politica.

Ci vuole coraggio, molto coraggio, per provare ad aprire mondi tradizionalmente chiusi in salotti eleganti e discreti, che controllano i giornali ma rifuggono le giornalate.

Ora la crisi lo impone: aprire finestre e spalancare portoni per far entrare i risparmiatori, gli assicurati e i lettori, che con i loro soldi permettono a quel mondo di esistere. I media facciano la loro parte, aprendo su scenari finora troppo coperti: devono rendere conto, infatti, non solo ai potenti azionisti, ma anche ai lettori/spettatori che, comprando ancora i giornali e guardando la tv, ne sono i finanziatori di fatto.

C’è bisogno di aria fresca per uscire dal clima stantio che soffoca il Paese, e questo deve riguardare non solo la politica. Ci sono già coloro che tentano, magari maldestramente, di picconare banche e industrie, ma non è quello che serve. Come non è l’antipolitica che serve alla politica.

C’è bisogno invece di personalità che prendano l’iniziativa e vedano nell’apertura, nella trasparenza e nel rinnovamento non una minaccia ma un’opportunità. Per tutti.

Tratto da www.fondazionetica.it

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