Le colpe dell’Occidente (da un articolo di M. Flores)

Un articolo di Marcello Flores per un ebook pubblicato da “Il Mulino” ( “Ucraina. Una ferita al cuore dell’Europa” acquistabile qui) affronta il tema degli errori dell’Occidente nei confronti della Russia di Putin. Ne pubblichiamo una sintesi.

Ci sono delle possibili giustificazioni all’aggressione della Russia? Per molti vi sono delle responsabilità dell’Occidente. Viene condannata l’invasione, ma subito dopo parte il gioco dei distinguo fino ad arrivare a condividere, di fatto, la spiegazione che ne ha dato Putin.

Il perno del ragionamento verte sul pericolo che la possibile adesione alla Nato dell’Ucraina costituirebbe per la Federazione russa. Secondo Flores il vero pericolo paventato dal Cremlino non è però quello militare giacchè comporterebbe una guerra nucleare che certo nessuno in Occidente scatenerebbe mai. Lo è, invece, l’esempio di uno stato ai confini della Russia che, insieme agli altri che hanno aderito sia alla Nato che alla Ue, abbraccia il sistema occidentale fondato sulla democrazia e sulla libertà. Si tratterebbe di un pericolo di contagio di sistema che indebolirebbe il potere illiberale del Cremlino.

La colpa l’Occidente non è quindi certamente quella di aver messo a rischio la sicurezza russa, ma di non avere capito la strategia di Putin che si è distaccata chiaramente dagli orizzonti della Guerra fredda che prevedevano attori fermi sulle loro posizioni. Al contrario, Putin ha dimostrato con le guerre che ha intrapreso nei suoi vent’anni al comando, di avere come strategia il ristabilimento dell’impero zarista-sovietico. L’Occidente lo pensava concentrato sulla sua sfera di influenza e, invece, era già in atto la riconquista di territori (e risorse) all’esterno fino all’annessione della Crimea nel 2014.

Rispetto a questo fatto clamoroso che rompeva ogni schema di immobilismo non c’è stata alcuna reazione occidentale convincendo così Putin che il suo avversario era troppo debole e confuso per ostacolarlo seriamente. Nel 2021 la precipitosa fuga degli Usa dall’Afghanistan gli forniva una conferma importante. Bisogna considerare che dal 2014 Europa ed Usa avrebbero avuto tutto il tempo per elaborare una propria risposta all’espansionismo russo. Invece, anche sul piano energetico, la dipendenza da Mosca per alcuni paesi (Germania e Italia in particolare) è aumentata fino a porli nell’attuale situazione di ricatto. In sostanza l’Occidente non ha capito la strategia di Putin e non ha fatto nulla per contrastarla fino ad individuare, tuttora, la principale responsabilità nell’adesione alla Nato di paesi dell’Europa dell’est. A dimostrazione di questa ottusità Flores ricorda gli insulti e i dileggi rivolti a Biden e all’amministrazione statunitense quando, prima dell’invasione e mentre Putin spergiurava di non avere alcuna intenzione aggressiva, la preannunciavano al mondo rivelando le informazioni dell’intelligence.

Flores ricorda che all’inizio degli anni 2000 con la formazione del Nato-Russia Council, Putin stesso sembrò continuare nella strada intrapresa dalla Russia negli anni Novanta del secolo scorso, con la Partnership for Peace (1994) e il Nato-Russia founding Act (1997), che avevano segnato l’accettazione dell’allargamento della Nato a Est e una fase di collaborazione tra Russia e Occidente. È stato questo sfondo di relazioni positive con la Russia a distogliere l’attenzione dalle guerre putiniane e dalla loro finalità ed anche dall’eliminazione dei suoi oppositori e critici (Anna Politkovskaja, Boris Nemtsov, avvelenamento e incarcerazione di Aleksej Naval’nyj) e dalla costruzione della dittatura all’interno.

Persino il discorso con cui Putin ha spiegato l’inesistenza autonoma dell’Ucraina, rivendicata come parte della Russia, non è stata considerata come quella dichiarazione d’intenti che è stata messa a base dell’azione militare. Politici, giornalisti, e anche alcuni studiosi sono rimasti fissi sullo schema della Guerra fredda e delle supposte “esigenze di sicurezza” russe.

Un esempio di questa incapacità di riconoscere la realtà è stata anche la sottovalutazione della dichiarazione congiunta di Putin e Xi Jinping del 4 febbraio 2022. Vero e proprio documento strategico  si fondava sulla messa ai margini della «democrazia dell’occidente» e sul riconoscimento delle esigenze di sicurezza dei due stati riferite chiaramente all’Ucraina e a Taiwan.

Non prendere atto che Putin ha superato la logica e gli schemi della Guerra fredda espone l’Occidente ad errori e scelte sbagliate. Dal tipo di sanzioni che verranno adottate contro la Russia si capirà se si riuscirà ad uscire dall’illusione che il capo del Cremlino agisca ancora come negli anni ’70-’90 del secolo scorso.

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