Le idee di Piketty sull’Italia (di Salvatore Sinagra)

Piketty e l'ItaliaMercoledì 8 ottobre a Milano si è tenuto un incontro pubblico con Thomas Piketty, autore del best seller “Il capitale nel XXI secolo”. Una giornalista italiana ha definito l’economista francese una rock star dell’economia, in effetti quando mi sono presentato all’evento  organizzato alla Bocconi mi sembrava di fare la fila ai cancelli di San Siro per il concerto dell’anno. Non avevo mai visto nulla di simile nei tanti incontri che si sono tenuti a Milano negli ultimi anni con premier, presidenti e commissari europei, con banchieri e imprenditori di successo e con economisti di prestigio internazionale.

Volendo scherzare si potrebbe dire che il libro scritto per denunciare l’ascesa senza fine dei miliardari creerà almeno un miliardario in più: il suo autore.

Comunque davanti ad un’aula magna gremita di gente Piketty ha abbandonato i panni della superstar ed ha vestito quelli dell’accademico; ha commentato slide, citato studi economici, risposto a incalzanti domande dal pubblico.

Nei suoi interventi si è concentrato sulla difficile situazione dell’Italia, un paese in cui la gente comune rischia di rimanere schiacciata tra l’immenso debito pubblico ed una società a misura di ricco.

debito pubblico e patrimoni privatiHa ricordato che l’Italia è l’unico paese del G8 con una differenza negativa (-17% del Pil) tra i beni pubblici e il debito pubblico (in Francia, Germania e Stati Uniti il saldo è prossimo allo zero). Ha definito il nostro paese una “società patrimoniale” ove, soprattutto nelle grandi città, i giovani, anche di successo, hanno limitatissime possibilità di comprare la propria casa di abitazione con i proventi del lavoro e ove, per i nati degli anni settanta ed ottanta, le ricchezze ricevute in eredità equivarranno ad un quarto dei redditi guadagnati lavorando per tutta la vita. Ovviamente tale condizione sarà una vera e propria macchina delle disparità perché non tutti i nati negli anni settanta e ottanta erediteranno un patrimonio. Oggi le ricchezze private degli italiani rappresentano circa il 600% del Pil.

Eppure Piketty ha precisato che il suo vuole essere un messaggio di speranza, perché in Italia la ricchezza privata è cresciuta molto più del debito pubblico e non solo perché una consistente fetta dei titoli di Stato ha prodotto interessi percepiti da una parte degli italiani.

Piketty ha invitato a non rottamare il welfare, perché si tratterebbe a suo parere di una scelta antistorica anche alla luce dei miglioramenti sociali prodotti negli Stati Uniti dalla riforma sanitaria di Obama. Ha affermato che bisogna rilanciare l’istruzione, perché uno Stato che spende molto di più per il debito pubblico che per la scuola, l’università e la ricerca è uno Stato che non ha futuro.

combattere le disuguaglianzeHa rilanciato la proposta contenuta nel suo libro di una profonda revisione del sistema fiscale, che ponga fine al privilegio del capitale ai danni del lavoro. Ha quindi sottolineato che un buon sistema fiscale non è solo una fonte di entrate per lo Stato, ma anche una fonte di informazioni utile per allocare le risorse dove servono. Le tasse possono quindi diventare un database.

Ha poi ricordato che oggi a causa della concorrenza fiscale le multinazionali  sono tassate ad aliquote fiscali molto più basse di quelle delle piccole e medie imprese. Occorre quindi una vera unione fiscale in Europa, basata su scelte concordate e coordinate di tutti i suoi membri e sullo scambio di informazioni.

Piketty ha delineato un quadro puramente federalista, ed ha aggiunto che sarebbe irrealistico pensare che tutto ciò si possa realizzare in un’Unione Europea con 28 Stati. L’Unione Fiscale deve essere un progetto portato avanti nell’area euro, nella consapevolezza che qualcuno dei suoi membri potrebbe non accettare le nuove regole. E non sarebbe un dramma,  se si facesse un’unione che funziona, che qualche stato abbandonasse l’euro.

Dunque un buon economista con una visione politica. Nelle mille pagine del suo libro tanti problemi che parlano dell’Italia di oggi e dei nodi che deve sciogliere per andare avanti: dalla redistribuzione della ricchezza, alla crescita sostenibile nel lungo periodo, dal rapporto tra capitale e lavoro nell’era della rivoluzione tecnologica e informatica al calo demografico, con cui l’occidente, non solo l’Italia, deve misurarsi senza ulteriore indugio.

Salvatore Sinagra

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