Le sanzioni a Putin e l’Europa

Il tema principale al centro del G7 di questo fine settimana è la crisi con la Russia. Già questo è strano perchè magari nel Medio Oriente c’è una guerra generalizzata che ci tocca da vicino e ci minaccia, ma andiamo avanti. Gli Usa ci sgridano perché non abbiamo ridotto abbastanza l’interscambio commerciale (noi del 26%, la UE del 37%, ma gli Usa solo del 17%). Chiaramente le sanzioni alla Russia sono un modo per evitare un confronto diretto mentre la possibilità di una ripresa della guerra in Ucraina è un pericolo enorme per la stabilità dell’Europa.

Ma c’è un ma. Nell’intervista al Corriere della Sera pubblicata sabato Putin fa affermazioni sensate che devono farci riflettere. “Le spese militari degli Stati Uniti sono superiori alle spese militari di tutti i Paesi del mondo messi insieme. Quelle complessive della Nato sono 10 volte superiori a quelle della Federazione Russa”. “La Russia praticamente non ha più basi militari all’estero. La nostra politica non ha un carattere globale, offensivo o aggressivo. Pubblicate sul vostro giornale la mappa del mondo, indicando tutte le basi militari americane e vedrete la differenza”. “Noi non ci muoviamo da nessuna parte, è l’infrastruttura della Nato che si avvicina alle nostre frontiere”.

Se guardiamo su una cartina geografica l’espansione della presenza Nato e delle adesioni alla UE verso est abbiamo la fotografia di un accerchiamento della Russia. In termini politici rappresenta un progresso perché Europa vuol dire libertà e democrazia, ma dal punto di vista geopolitico l’effetto è quello di limitare le possibilità di influenza della Russia. Tra l’altro anche con uno schieramento armato ai suoi confini. Insomma non possiamo da un lato fare gli idealisti e dall’altro schierare gli eserciti.

La partita in Ucraina era ed è questa. Vogliamo ignorarlo? Le sanzioni avrebbero un senso ben diverso se la Nato e l’Unione Europea che le fa da battistrada dimostrassero, loro sì, di non volersi espandere in tutta l’area che era fino a poco tempo fa di influenza sovietica.

Chiaro che prima di tutto viene la libertà di autodeterminazione dei popoli, ma ha senso che un’Europa che non riesce a governare la crisi di un piccolo paese come la Grecia voglia farsi carico di un allargamento dei suoi membri fino alle ex repubbliche sovietiche del Caucaso?

Diamo tempo al tempo e cerchiamo di distinguere gli interessi dell’unica superpotenza globale rimasta, gli Usa, da quelli di un’Europa che ancora non ha capito cosa vuole e può essere

1 commento
  1. Ago dice:

    Un articolo che ha un sacco di punti che lasciano perplessi:
    1) la percentuale di interscambio commerciale dipende da tante variabili, tra cui i beni scambiati e il livello di scambio precedente. L’interscambio non si riduce con l’accetta, dicendo che “da domani tutti i settori, indistintamente, dovranno diminuire del 25% le vendite e gli acquisti verso la Russia”.
    2) la quota delle Spese Militari calcolate in termini assoluti lascia il tempo che trova: se gli USA hanno, a titolo di esempio, un PIL che è 20 volte quello della Russia è ovvio che, anche se gli USA spendessero solo il 2% del PIL in spesa militare mentre la Russia il 4 o addirittura il 6, in termini assoluti la Russia avrebbe un investimento minore. Il confronto con la NATO tutta, per gli stessi motivi, è ancora meno significativo: i Paesi della NATO avranno 20-30 volte il numero di abitanti della Russia, 40-50 volte il suo PIL. Un confronto assoluto, quindi, è assolutamente nonsense.
    3) Riguardo “l’infrastruttura della NATO che si avvicina alla Russia”, non vedo perché vietare a un Paese indipendente di entrare nell’UE o nella NATO, se ne fa richiesta. Cos’è, nonostante l’URSS sia crollata c’è bisogno di chiedere il consenso a papà Mosca per muoversi altrimenti si viene puniti a furia di schiaffi sul sedere e “autodeterminazione dei popoli”?
    4) Riguardo gli eserciti schierati, quelli in assetto offensivo per ora li ha messi sul tabellone solo la Russia. Così, tanto per mettere i puntini sulle i.
    5) Sul dimostrare di “non volersi espandere”, vedi punto 3: se l’Ucraina e gli ucraini hanno tutto l’interesse a unirsi all’UE, e così anche la Georgia e la Moldavia, questo perché mai dovrebbe essere inteso come qualcosa di negativo in senso lato? Alla Russia non va bene? Offra anche lei un patto economico come quello dell’UE, che però sia credibile e non sia imposto con le armi, oppure si offra anche lei di entrare a far parte della comunità europea. Certo, questo significherebbe dover garantire un po’ di libertà fondamentali che ora vengono negate…
    6) Riguardo la questione greca, tirata in ballo senza che c’entri nulla se non nei tentativi russi di “comprarsi” Tsipras a botta di prestiti a fondo perduto (cosa moralmente sbagliata e che non risolverebbe i problemi di insostenibilità economica della società greca che solo gli illusi ancora si ostinano a non ammettere) stendiamo un velo pietoso.

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