Elenco delle tecniche del governare che stiamo subendo (di Aldo Cerulli)

Analizzando ciò che sta avvenendo nel Paese sono giunto anch’io a redigere un elenco come quelli resi famosi dalla trasmissione televisiva “Vieni via con me”. L’elenco riguarda le tecniche di governo che sono state applicate da ormai molti anni a noi cittadini italiani:

 1-La strategia della distrazione

L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai  problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, facendo ricorso alla continua “inondazione” di informazioni insignificanti, ma attraenti per la curiosità delle persone che vengono indotte ad interessarsi prioritariamente a queste notizie e non ad altre.

La strategia della distrazione si rivela indispensabile, inoltre, per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali in varie aree (scienza, economia, psicologia, neurobiologia ecc) che, in qualche modo sono importanti per valutare le scelte politiche. 

L’ideale per chi vuole governare con pochi problemi è mantenere l’attenzione del pubblico deviata dai temi cruciali ed occuparla con una varietà di distrazioni trasformando altresì il dibattito politico in una rissa continua che oscuri le differenze e impedisca la riflessione. 

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.

Questa tecnica è anche chiamata “problema- reazione- soluzione”. Si  crea un problema partendo da una “situazione” prevedibile per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che  si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi,  con lo scopo che sia l’opinione pubblica a richiedere leggi sulla sicurezza e politiche a discapito della libertà. O anche: non contrastare una crisi  economica fino al punto di far apparire inevitabile (un male necessario) la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici

3- La strategia della gradualità.

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla  gradualmente, a contagocce, per diversi anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte  durante i decenni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni,  precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una  rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta. 

4- La strategia del differire.

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo  l’accettazione pubblica, ma rinviando l’applicazione al futuro. Perché è più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la  massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio  domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più  tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento ed accettarlo  rassegnato quando arriva il momento. 

5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini.

La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa  discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? Per evocare il rapporto adulto-bambino o genitore-figlio traslato su quello autorità-cittadino perché quest’ultimo tende sempre a fidarsi di o affidarsi a chi ha il potere. 

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.

Sfruttare l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto  circuito tra razionalità ed emotività che blocchi il senso critico dell’individuo. L’uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori,  o indurre comportamenti. Rientra in questa tecnica l’aggressione verso le critiche, il vittimismo rispetto alle accuse e, in genere, il rifiuto di un confronto razionale in favore dell’evocazione di emozioni e suggestioni che non hanno riscontri nella realtà, ma affascinano e diventano forti perché attivano l’irrazionalità emotiva. Esempi numerosi nella pubblicità, nel razzismo e nel fanatismo. 

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.

Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i  metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza  dell’ignoranza che divide le classi inferiori dalle classi superiori rimanga  e diventi impossibile colmarla. 

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.

Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti e che tali comportamenti garantiscono una strada più efficace e rapida per soddisfare le proprie esigenze. Per farlo è indispensabile fornire molti esempi sia nell’ambito della comunicazione di massa (televisione innanzitutto) sia con i comportamenti di chi ha conquistato il potere. 

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza.

Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si autosvaluta e s’incolpa, cosa che crea a  sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della  sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione

10- Conoscere gli individui e gestire un sistema di controllo e di indirizzo che escluda la partecipazione attiva

Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia, e alla psicologia applicata, chi gestisce la comunicazione è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il controllo che viene esercitato sugli individui è sistematico ed esclude una partecipazione responsabile ed attiva alle scelte di interesse generale. Questo sembra essere anche il senso e lo scopo delle tecniche prima elencate che tutte si basano sull’apparenza di una grande apertura al popolo e nascondono la verità di un potere che manovra e domina mantenendo nascoste le vere motivazioni e i veri effetti delle scelte che vengono adottate.

 Chi vuole può provare a comparare questo elenco con i fatti realmente accaduti.

Aldo Cerulli

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