L’emergenza è il piano vaccini
In Israele stanno tornando alla normalità. Negli Usa e nel Regno Unito prevedono di arrivarci verso la fine di giugno, ma le prime aperture sono imminenti. In Italia (e in altri paesi europei) siamo ancora lontani. Perché? Per le vaccinazioni. Ormai è questo che fa la differenza. Ritardare significa più sacrifici, più chiusure, più danni economici. Bisognerebbe fare di tutto per risalire la china. E invece non accade.
L’Italia procede nel piano vaccini come un’armata Brancaleone. Ci sarebbe urgenza di ridurre il numero dei ricoverati nei reparti covid, nelle terapie intensive e il numero dei morti. Poiché a morire sono al 90% gli anziani è loro che si sarebbe dovuti vaccinare. Era previsto, ma non è stato fatto. Le regioni, questa grottesca parodia del federalismo che abbiamo creato in Italia, hanno fatto quello che hanno voluto e gli anziani sono rimasti indietro. Ora l’alternativa è chiara: o recuperare il tempo perso e vaccinare per età (e con liste di attesa per non sprecare le dosi) o proseguire con la conta dei morti e i lockdown. Se vogliamo uscirne l’unica strada è una direzione centralizzata del piano vaccini che annulli le autonomie regionali. Avrà il governo la forza politica di farlo?
22 marzo 2021
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!