L’emergenza rifiuti in Campania, un male mai sanato (di Salvatore Salatiello)
La situazione di Terzigno è soltanto l’ennesima prova di una cattiva gestione dei rifiuti in Campania: Piani di Raccolta differenziata disattesi, sistemi di smaltimento e riciclo inesistenti o insufficienti, mancata individuazione, su scala regionale, di aree idonee all’allestimento di discariche a norma e poco invasive sul piano ambientale e sanitario.
L’emergenza rifiuti in Campania non è mai stata risolta. Gli interventi tampone del governo Berlusconi hanno sicuramente fermato quella deriva apocalittica che da Napoli aveva colpito l’immagine di tutta l’Italia a livello mondiale. La verità purtroppo è quella che vediamo: gli interventi tampone, utili sul breve periodo, non rappresentano una soluzione definitiva, seria e credibile.
Il Piano rifiuti della Campania stenta a decollare: società private, comunali o partecipate stentano nel raggiungimento di valori significativi di raccolta differenziata, spesso fatta in maniera discutibile e sicuramente poco efficace., senza contare gli sprechi e gli sperperi di denaro pubblico con le bollette TARSU aumentate in tutti i Comuni, specie nella provincia di Napoli. E questo con le nuove disposizioni di legge che impongono agli enti locali la copertura delle spese interamente a carico degli utenti. Inoltre, a valle di questo processo, va evidenziata la scarsità di impianti (in alcuni casi acquistati e mai usati) e di strumenti adeguati ad un corretto smaltimento e ad un serio processo di recupero dei materiali riciclabili. Nulla di tutto questo è avvenuto ed in queste ore di grande concitazione si sta lavorando all’ennesima soluzione tampone con il sacrificio già consumato di una comunità, di tanti cittadini che si trovano a subire discariche poco sicure e anche, va sottolineato, assolutamente incompatibili con un’area d’interesse naturale e paesaggistico, come quella del Parco Nazionale del Vesuvio già provato da abusi e cementificazione selvaggia.
A nostro avviso, occorre prima di tutto fermare la violenza e scongiurare pericolose rivolte popolari che potrebbero scadere in gravi incidenti; recuperare subito un dialogo costruttivo tra le parti, ovvero tra le comunità locali ed i referenti del governo, ed avviare un piano credibile di superamento della crisi, con la definizione di un Programma strategico di medio/lungo termine volto ad un miglioramento deciso della gestione dei rifiuti in Campania. Un piano rifiuti serio, che faccia i conti con le situazioni contestuali: la provincia di Napoli è tra le più popolose d’Europa, tra le meno estese d’Italia (per estensione è la penultima) con la conseguenza che parlare di piani provinciali è poco serio ed impossibile da praticare data la scarsità di aree compatibili che siano, in primo luogo, a bassa densità abitativa. Il Piano rifiuti va concepito su scala regionale, va pensato a partire dalla riduzione dei volumi dei rifiuti con il cambiamento radicale nelle abitudini di consumo sia dal lato dei cittadini e, soprattutto, dal lato delle aziende e degli intermediari commerciali, incentivando e, dove opportuno, prescrivendo una riduzione degli imballaggi e ricorrendo più spesso all’utilizzo di contenitori riutilizzabili con l’allestimento di diffusori per erogare detersivi ed altri generi di largo consumo direttamente a peso/volumi, con interessanti risparmi anche per il consumatore. A fronte della riduzione dei volumi dei rifiuti occorre tornare sulle dichiarazioni di qualche tempo fa e renderle operative: “sciogliere i comuni inadempienti ed affidare la gestione a soggetti terzi, con responsabilità certe ed impegni precisi”.
Nella stessa regione Campania vi sono esempi virtuosi, come quelli di Avellino e di Salerno, due città che hanno attuato una raccolta differenziata domiciliare seria e con risultati significativi. In Campania ci sono cittadini ed amministratori locali virtuosi e responsabili, occorre ripartire da qui, superando la politica dei proclami, delle cifre truccate e delle soluzioni di facciata.
Salvatore Salatiello coordinatore Assemblea Napoli nord di Cittadinanzattiva
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