L’infinita luna di miele tra l’Italia e la Corruzione (di Salvatore Sinagra)

Italia e corruzioneL’Italia appare di nuovo sconvolta e indignata per la corruzione. Nel giro di pochi giorni è esploso il caso dei torbidi intrecci tra politica, settori delle amministrazioni e criminalità a Roma. Contemporaneamente la classifica europea sulla corruzione realizzata da Transparency International ha inserito l’Italia nei primi posti tra i paesi più corrotti d’Europa (insieme con Romania, Bulgaria e Grecia).

Possiamo far finta di nulla? No non si può più perché è sempre più evidente la stretta relazione che c’è tra corruzione e declino del Paese.

E pensare che una giornalista del New York Times, Rachel Donadio, mesi fa, definiva inconcepibile che dopo anni di tagli e di profonda crisi in Italia vi fosse ancora troppa tolleranza nei confronti dei fenomeni corruttivi. Già, proprio la tolleranza invocata da chi, dopo le alluvioni in Liguria, incolpava le norme anticorruzione di ostacolare i lavori di messa in sicurezza del territorio.

Il fallimento dell’austerità in Europa è ormai evidente e da più parti si manifesta con più forza la richiesta di una maggiore solidarietà tra i paesi europei. Ogni scandalo che scoppia in uno dei paesi europei ritenuti più a rischio deficit è un colpo che demolisce questa richiesta. La corruzione erode la credibilità e minaccia persino la coesione nazionale: tutti i paesi europei che nella classifica di Transparency International fanno peggio dell’Italia sono nazioni che rischiano di spaccarsi.

rischio degrado ItaliaNon meno sconfortante è l’analisi delle ricadute economiche.

I profeti del mantra “ce lo chiede l’Europa” e “ce lo chiedono i mercati” sembra non si siano mai resi conto della centralità della questione corruzione.

Invece la questione licenziamenti sì che è diventata centrale. Si è detto che l’Italia doveva diventare più simile ad Olanda, Germania e paesi scandinavi. Eppure le classifiche compilate dell’OCSE non hanno mai misurato grandi differenze nella difficoltà di licenziare tra l’Italia e i “nordici”. Le grandi differenze ci sono, invece, nel rispetto delle regole: Transparency International ci ricorda che i dieci paesi dell’Europa che funziona meglio si classificano anche tra i quindici paesi meno corrotti al mondo.

corruzione minaccia all'economiaIn un libro del 2012, “Il riscatto”, Nani Beccalli Falco e Antonio Calabrò, due uomini d’impresa, sottolineano che il “corto circuito tra burocrazia e corruzione” limita la capacità dell’Italia di attrarre investimenti molto più della pressione fiscale o della normativa sui licenziamenti. Un grande gruppo che maneggia grandi investimenti non è impaurito tanto dal fisco italiano, quanto dal rischio che oltre le tasse legali debba pagare le tasse occulte che nascono dalle distorsioni e dall’inefficienza generale del sistema.

Per questo Raffaele Cantone ci ricorda che la corruzione spinge le migliori imprese italiane a puntare su commesse estere e causa la fuga di cervelli; aggiunge inoltre che non ha senso sperare che “l’Europa ci chieda” di fare la lotta alla corruzione, serve trovare anticorpi all’interno del sistema Italia.

Ventidue anni dopo Tangentopoli è, però, doveroso chiedersi dove possano essere questi anticorpi. La rottamazione non sembra aver dato lo scossone sperato al paese. Nemmeno la cosiddetta antipolitica sembra sia riuscita a far più che dare una scossa alla politica tradizionale.

corruzione di massaIntanto la Corte dei conti stima la corruzione in Italia in 60 miliardi, la metà di quella che si quantifica si abbatta sull’intera Europa. Ma non è il dato quantitativo che spaventa bensì quello che qualifica la corruzione come un fenomeno di massa.

In questa situazione non sarà facile trovare gli anticorpi che invoca Cantone, ma è necessario provare. L’alternativa, ormai è chiaro, è il default.

Sarà necessario inasprire le pene contro i reati mafiosi e di corruzione e varare una legge sulle lobby, sarà necessario fare tesoro del lavoro dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, sarà necessario evitare che pericolosi pregiudicati possano riciclarsi nel sottobosco della politica che è diventato persino più redditizio di altre attività criminali. Per far questo, però, ci serve una nuova classe dirigente di cui la parte politica rappresenta solo un pezzo. La luna di miele tra l’Italia e la corruzione deve finire.

Salvatore Sinagra

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