L’inutile esasperazione (di Claudio Lombardi)
L’esasperazione domina nei toni, nelle parole, nei comportamenti. Viviamo un tempo in cui l’aggressività si scatena con poco e ognuno si sente in diritto di difendersi contrattaccando con una dose supplementare di durezza. La politica dà l’esempio e la gente comune si accoda in un crescendo di esasperazione nel quale il bisogno quasi fisico di un nemico contro cui sfogarsi si avverte con forza.
Basta immergersi nel traffico di una città degradata e mal governata da decenni come Roma e mettersi in coda a un ufficio postale per avvertire che molti sentono la presenza dell’altro come un fastidio di cui si libererebbero volentieri.
Se la politica dà l’esempio i gesti e i comportamenti delle classi “alte” danno la conferma che non ci sono limiti allo sfrontato uso del potere. Venti anni di berlusconismo ci hanno mostrato che chi si afferma con prepotenza e violando qualunque regola ha successo, ha denaro, ha potere e diventa intoccabile come ha preteso di essere per tanto tempo lo stesso Berlusconi.
In quel mondo parallelo tutto è stato possibile e migliaia di persone si sono arricchite saccheggiando il denaro pubblico. Molti di più sono stati i cittadini che si sono inseriti in quella scia ottenendo favori, posti di lavoro e quant’altro un sistema di potere capillare ha potuto elargire.
Oggi quel sistema è in crisi e persino un uomo di potere come Letta si accorge che per dirigere l’INPS non bisogna fare altri lavori in conflitto di interessi, anzi, non bisogna proprio fare altro. Finalmente lo capisce pure Letta e, forse, pure il PD da cui ci si sarebbe aspettati questa consapevolezza un bel po’ di anni prima. Invece un comportamento bipolare con sostanziosi interventi a favore dei cosiddetti poteri forti (fino all’ultimo regalo della rivalutazione del capitale di Bankitalia) e qualche contentino per tutti gli altri ha reso l’immagine di un finto partito di opposizione e di un vero partito di condivisione del potere dal vertice nazionale all’ultimo consigliere di municipio. Purtroppo questa è l’immagine che è riuscito a dare di sé il PD anche se poi ha cercato di recuperare con le primarie. Troppo poco (anche perché sono state sempre stravolte dalle lotte di potere interne) e troppi scandali nei quali i suoi esponenti sono stati coinvolti.
Oggi da quel partito, innanzitutto e soprattutto, deve partire una storia nuova ed occorrono atti precisi e decisi senza i quali resteranno le chiacchiere retoriche dei politicanti, altisonanti e inutili, che travolgeranno anche ciò che di buono è stato fatto.
Se ciò non accadrà l’alternativa è già pronta: il dilagare dell’esasperazione e della faziosità che distruggeranno la politica e la democrazia in favore di qualche capopopolo che insulta e attizza la rabbia pronto a trasformarla in potere suo e dei suoi fedeli. Grillo (non tutto il M5S!) ha scelto questa strada e non esita a scatenare la canea della rete in stile ultras tra insulti, minacce e invocazione di una resa dei conti. Sembra quasi che Grillo stia preparando una piazza “rivoluzionaria” di gente che si sente pura e in diritto di scagliarsi contro gli altri, i nemici da eliminare per fare pulizia.
La storia insegna che si comincia scagliandosi contro i “nemici” che stanno in alto, ma poi a scannarsi sono quelli che stanno in basso e che si scoprono nemici senza nemmeno sapere perché
Claudio Lombardi
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