L’Italia che non conta sulle sue forze

“Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta … Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. L’Italia chiamò”. L’inno nazionale evoca qualcosa di completamente estraneo agli italiani di oggi nessuno dei quali – tranne poche eccezioni – sarebbe disposto a morire per l’Italia. Eppure la grande lezione di questi ultimi anni è che vicino a noi è tornata la guerra e ne siamo parte perché qualcuno ci considera nemici e ci mette nel mirino.

Ce lo ricorda Putin ogni volta che menziona i suoi missili “impossibili da intercettare” e puntati contro noi europei. Ce lo ricordano gli islamisti che da molti anni conducono in Europa una guerra di terrorismo contro le persone comuni. Per loro e per Mosca siamo nemici da sconfiggere. Ma noi cosa stiamo facendo per difenderci? Parole, solo parole che confermano la nostra debolezza. La difesa si fa come in Ucraina con le armi per respingere il nemico. O si fa come sta facendo Israele che da 80 anni combatte per sopravvivere alle forze schiaccianti degli arabi e dei musulmani che la circondano. Cosa abbiamo capito di queste guerre? Poco. In realtà non vogliamo la pace, ma illuderci che una potenza nucleare guidata da uno spietato dittatore ci risparmi e che dare ragione ai poveri della Terra (palestinesi in testa) porti la pace nel mondo. Intanto da soli non resisteremmo ad un’aggressione, sprechiamo i soldi nei modi più vari e milioni di italiani non pagano tasse. E per difenderci? Ci sono gli Usa e c’è il Papa

31 dicembre 2024

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