L’Italia che vuole fare la voce grossa in Europa

“L’Italia non chiede una modifica delle regole per poter spendere senza freni, per sperperare risorse senza controllo (…) l’Italia è una Nazione virtuosa”. E ancora: “Non darò il mio assenso a un patto di stabilità che nessun governo, non solo il nostro, può rispettare”. Così Giorgia Meloni alla Camera ieri. I temi sono quelli del Patto di stabilità e del Mes. Questioni spinose e complesse perché si tratta di accordi tra paesi molto diversi.

Governi e opinioni pubbliche sanno benissimo che la contesa è sempre sui limiti di indebitamento cioè di spesa. L’Italia vorrebbe andare oltre e fare più debito (a carico della BCE?). I partner europei non vogliono perché indebolirebbe la moneta unica. Le rassicurazioni della Meloni sulla virtuosità dell’Italia non sono credibili perché pesa un limite storico nella capacità di spesa per investimenti (il PNRR, i fondi europei ordinari e quelli per le opere pubbliche lo dimostrano) e una sfrenatezza nelle peggiori spese correnti che non portano sviluppo, ma accentuano le fragilità del sistema Italia diseducando gli italiani. La sanità è in crisi, ma coi bonus edilizi si sono distribuiti miliardi a palate (truffe incluse) per valorizzare il patrimonio immobiliare privato. Una scelta di sottosviluppo. Chiedere di fare altro debito in queste condizioni rasenta la provocazione. E mettere i piedi un ricatto sul Mes che tutti hanno già ratificato è un atto di grande stupidità politica

13 dicembre 2023

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