L’Italia condannata all’ambiguità

Pensavamo che il governo di Giorgia Meloni avesse segnato un punto fermo nella tradizionale ambiguità che caratterizza la postura dell’Italia nel mondo. Errore. Le posizioni subito espresse da esponenti del governo sull’attacco dell’Ucraina in territorio russo (Crosetto, Tajani) chiariscono che la tendenza è sempre la stessa: retorica e parole vuote per mascherare la paura di prendere una posizione ferma. Si annusa l’aria che tira e intanto si prendono le distanze chiarendo che le (poche) armi fornite servono alla difesa. Scusa penosa di cui l’Italia tutta si dovrebbe vergognare. Sul fronte di Gaza si continua a dare credito ad Hamas per il bombardamento di uno dei tanti edifici che sarebbero stati civili se i miliziani non li avessero trasformati in basi di attacco delle forze armate israeliane. L’idea è sempre la stessa: noi ripudiamo la guerra e dunque siamo pronti ad inchinarci al più forte.

Gli Usa sono in crisi? Noi siamo pronti a dialogare con nuovi alleati che siano la Russia imperialista o gli islamisti. Torna Arlecchino servitore di due padroni. L’eterna furbizia usata per non assumersi responsabilità in proprio e per non fare una scelta di campo che poi va difesa. Noi siamo l’Italia e chi uscirà vincitore vorrà sicuramente riposarsi nei luoghi d’arte e sulle nostre spiagge. Offriamo servizi a chi può pagare, non chiedeteci fermezza

13 agosto 2024

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *