L’Italia sugli investimenti si allontana dall’Europa
Giorni fa sul Corriere Federico Fubini segnalava il gap di spesa per investimenti tra l’Italia da un lato e Francia e Germania dall’altro. La Francia investe due terzi di più, la Germania molto più del doppio rispetto a noi. Sono dati che dovrebbero turbare i sonni dell’intera classe dirigente perché proiettati negli anni vanno a creare una separazione di infrastrutture, servizi e capacità industriali (e di conseguenza di redditi) che allontana l’Italia dalla parte più sviluppata ed efficiente dell’Europa con effetti anche sulla competitività di questa con gli Stati Uniti, la Cina o il Giappone. Tutta la discussione sul PNRR e sulla nostra cronica incapacità di spendere per investimenti ha questo orizzonte.
Più che altre questa è la vera emergenza nazionale che potrebbe segnare il nostro futuro. Di fronte a questo scenario l’Italia appare ingabbiata in una morsa. Quale? L’esempio può essere quello degli appalti: se si liberalizzano per avere più efficienza si rischia di favorire la corruzione; se si seguono procedure rigorose c’è la quasi certezza della paralisi e del rinvio. In generale è una caratteristica delle amministrazioni pubbliche non essere orientate ai risultati da conseguire, ma alle forme da rispettare. Così come le norme sembrano scritte per renderne difficile la comprensione, ma in realtà lo sono perché riflettono il frazionamento esasperato degli interessi, inclusi quelli di chi dovrebbe applicarle.
28 aprile 2023
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