Ma in Italia non si votava per le elezioni europee ? (di Paolo Acunzo)

europa unitaSi è molto parlato della netta vittoria di Renzi, delle sconfitte di Grillo e Berlusconi e di cosa ciò potesse significare negli assetti della politica italiana. Ma quelle del 25 maggio erano elezioni europee e credo che sia utile abbozzare un’analisi del voto italiano in chiave europea.

Sicuramente in Italia ha vinto il Partito Socialista Europeo (PSE). Infatti grazie alla recente adesione del PD,  il PSE può vantare in Italia la sua forza maggiore con un quasi 41% a fronte di un deludente 25% in Europa. Ciò porta ad un nuovo peso del PD in Europa, anche in vista delle prossime nomine a partire da quelle del suo capo gruppo (circolano i nomi di Gianni Pittella e Roberto Gualtieri) o della Presidenza dello stesso Parlamento europeo.

Ma proprio su questo ultimo punto ci si scontra con il primo gruppo, il Partito Popolare Europeo (PPE), per cui anche in questo caso è in corsa un italiano alla presidenza del Parlamento Europeo (Antonio Tajani). Il cattivo risultato di Forza Italia non aiuterà tale candidatura, e neanche gli altri partiti italiani che aderiscono al popolarismo europeo hanno brillato (NCD e SVP), facendo fermare il risultato del PPE in Italia al 22% a fronte del 28%, dato che lo rende il primo partito in Europa e potrebbe portare il suo candidato Juncker alla Presidenza della commissione europea.

populismi in EuropaStesso magro risultato hanno conseguito in Italia sia i liberali (9% in Europa) che i Verdi (7%) con nessun eletto italiano in quei gruppi. Viceversa l’esperienza della Lista Tsipras ha portato i suoi frutti anche in Italia superando la soglia del 4% a fronte di un 6% in Europa, segnato però da una ottima performance in Grecia.

Discorso più complesso e dinamico per quanto riguarda la nebulosa dei cosi detti Euroscettici. Infatti se contiamo insieme M5S, Lega Nord e Fratelli d’Italia potrebbero essere considerati la seconda forza nazionale con circa il 30% a fronte del 18% in Europa, in sostanza questi pagano il loro settarismo. Infatti la divisione del fronte euroscettico rappresentato in Europa dal dualismo Farage vs Le Pen, ovvero nazionalismi UK vs France, viene riprodotto anche in Italia dalle alleanze di Grillo (21%) con il primo (8% in Europa) e Salvini con la seconda (6%). Ma qui il quadro rimane in continuo movimento con l’ulteriore variabile di tutti quei movimenti neo Fascisti (2%) o post comunisti (1%) che hanno eletto rappresentanti nella UE, ma fortunatamente non Italia. Infine vi sono una miriade di eletti al Parlamento europeo difficilmente classificabili e dunque potenziali non iscritti a nessun gruppo parlamentare.

Insomma il peso dei partiti europei viene specularmente rovesciato in Italia, facendo nettamente il PSE la prima forza, seguita non da un PPE italico che attualmente arranca, ma da una nebulosa populista, reazionaria e genericamente euroscettica con cui alla lunga l’Italia e l’Europa dovranno fare i conti.

Paolo Acunzo

 

Partito europeo Risultato in Europa Risultato in Italia Membri italiani
PPE 28% (212 seggi) 22% (17 seggi, 8% del totale) FI–NCD/UDC-SVP
PSE 25% (189 seggi) 41% (31 seggi, 16% del totale) PD
ALDE 9% (65 seggi) 1% (0 seggi) Scelta Europea
Verdi 7% (52 seggi) 1% (0 seggi) Green Italia
GUE 6% (46 Seggi) 4% (3 seggi, 7% del totale) Lista Tsipras
Euroscettici con Farage 8% (63 seggi) 21% (17 seggi, 27% del totale) M5S
Euroscettici con Le Pen 6% (45 seggi) 6% (5 seggi, 11% del totale) Lega Nord
Altri Euroscettici 3% (22 seggi) Neo fascisti e Post comunisti

 

 

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