Mi candido a Roma anche per L’Aquila (di Riccardo Petrachi)
La politica in questi “ultimi tanti anni” non è stata espressione di buona amministrazione per il bene di tutti, o se lo è stata lo è stata solo in parte.
Ho avuto la sfortuna di lavorare ad un progetto di ricostruzione dopo gli “eventi sismici” del 6 aprile 2009 che hanno colpito la città de L’Aquila. Sotto il nome amministrativo di “evento sismico” si nasconde una tragedia che ha distrutto buona parte della città (e di alcuni paesi intorno) e causato la morte di centinaia di persone.
Ma il vero terremoto che lascerà segni ben più duraturi è stata la prepotenza della politica che ha pensato male e poco al bene delle persone! Manca sempre più il pensiero critico e attento sulle cose, si fa pur di fare e far vedere. E così si fa male.
La scelta politica del governo Berlusconi è stata di puntare a costruire tanti nuclei di una nuova città, le cosiddette new town, costate (ovviamente, erano tempi di “cricca”) più del dovuto con le quali tante famiglie hanno avuto sì una casa, ma sono state portate via dalla loro città. Quartieri nati nelle campagne e nessuna spinta alla ricostruzione dei centri storici.
C’è voluta una lotta popolare condotta dal “popolo delle carriole” per imporre almeno lo sgombero delle macerie. Il puntellamento degli edifici lesionati è stato il massimo risultato raggiunto (e sorvoliamo sui costi…). Insomma una pessima prova di chi ha nelle sue mani i poteri pubblici. D’altra parte le conseguenze su alcuni edifici di recente costruzione come la Casa dello studente, la Prefettura e l’ospedale danno l’idea di come i medesimi poteri abbiano saputo esprimere norme adatte alla sismicità della zona e vigilare sulla loro applicazione.
Conservo vivo il ricordo della città com’era prima del terremoto. Le strade, l’altezza misurata degli edifici, gli odori che uscivano dalle case, i negozi, il reticolo delle vie con lo scenario delle montagne sullo sfondo, la vivacità della vita di quartiere (come accade nei centri storici abitati e non solo usati come vetrina commerciale). Insomma uscito dalla Roma caotica e puzzolente L’Aquila mi sembrava un miraggio. Mi venne subito voglia di viverci.
Sono tornato a L’Aquila, non più da turista, ma per capire come essere utile per riparare i danni del terremoto. Ho “visto” il silenzio rotto solo dai rumori dei pochi operai al lavoro, non più di 6-7 in tutto il centro storico. L’odore era quello della terra umida e polverosa. Tra il selciato delle strade nascevano germogli di piantine; mucchi di cose giacevano di lato, a volte si vedeva una maglia strappata, un pezzo di arredo di case scomparse, un libro buttato tra la polvere.
Dopo quattro anni il centro storico ancora aspetta la ricostruzione, le famiglie vivono allontanate, forse per sempre, dalle loro case, non si intravede all’orizzonte nulla. L’Aquila è ancora la città dei morti.
Ecco, voglio spiegare anche così perché mi sono candidato alle prossime elezioni del consiglio comunale e del sindaco di Roma. Voglio una politica che sappia prendersi cura degli interessi della collettività e per farlo i cittadini ci si devono impegnare con lucidità e con determinazione. Io sono uno, non sono un politico di professione né aspiro a diventarlo però rivendico il diritto e la necessità che i cittadini si riapproprino della politica.
Roma ha bisogno di più politica e di più partecipazione. Ha bisogno che ci sia una mobilitazione dei cittadini che dia senso alla loro rappresentanza istituzionale, il Comune.
Io credo che l’impegno personale sia fondamentale e che possa dare risultati se si svolge dentro percorsi organizzati di condivisione delle scelte e di verifica della loro efficacia. Percorsi organizzati di condivisione non è una definizione generica, ma richiede che si vada oltre la semplice consultazione di associazioni, comitati e movimenti. La verità è che occorre eliminare la separazione fra istituzioni pubbliche e cittadini che è stata ed è l’anticamera del distacco, della sfiducia e delle degenerazioni cui abbiamo assistito da ormai molti anni.
Riccardo Petrachi lista civica per Marino
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