Musulmani in Europa: un problema e un rischio
Un articolo del prof Maurizio Ferrera sul Corriere della Sera di ieri fornisce dati e spunti su una questione molto sottovalutata: la presenza dei musulmani in Europa. Si calcola che attualmente siano 26 milioni e si stima che saliranno a 75 milioni fra trenta anni (in Germania saranno il 20% della popolazione, in Francia il 18% e in Italia il 15%). È noto che l’Islam non è solo una fede individuale, ma una pratica di vita totalizzante sia nella sfera privata (libertà e ruolo delle donne) che in quella pubblica (niente laicità delle istituzioni) con un forte spirito espansivo e combattente verso i territori non islamizzati.
Il dato preoccupante è che, secondo i servizi segreti tedeschi, vi sono in Germania 25 mila radicalizzati una parte dei quali potenziali attentatori. Nelle periferie delle principali città europee vivono milioni di giovani di seconda e terza generazione (nella sola Francia più di 6 milioni) che rifiutano il loro paese e guardano all’Islam come una ribellione. Sperare nell’integrazione con un’immigrazione irregolare in costante crescita e con la radicalizzazione dei conflitti in Medio Oriente ed Africa è un atto di fede senza sostanza. La Svezia che fa i conti con una dilagante criminalità è l’esempio dei danni che può fare un’immigrazione incontrollata e della debolezza delle nostre risposte vincolate da un ossessivo garantismo e da un velleitario idealismo che vede negli immigrati solo povertà e bontà d’animo. Meglio riconoscere il problema che ignorarlo
1 dicembre 2023
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