Non c’è solo Grillo. Spazio alla nuova politica (di Claudio Lombardi)

Gli spari davanti a Palazzo Chigi non c’entrano nulla con la formazione del governo e con la crisi politica. Tanto è ancora da chiarire a cominciare da come sia facile procurarsi una pistola e mettersi a sparare nel cuore della cittadella delle istituzioni nel centro di Roma. Ma sicuramente non c’è nulla da chiarire sui legami dello sparatore con la politica o con la protesta sociale. Semplicemente non esistono (salvo improbabili sorprese che verranno dalle indagini).in bilico
Detto ciò il governo Letta appare come una delle soluzioni credibili alla crisi politica che si è aperta con le elezioni e che ha rischiato di trasformarsi in crisi istituzionale. Una, non l’unica.
Se pensiamo che potevamo trovarci ancora con il governo Monti, con il Parlamento allo sbando senza una maggioranza politica, senza un programma da realizzare, senza un governo vero che nascesse dalla fiducia del Parlamento possiamo misurare il rischio che l’Italia ha corso.
Solo le menti di Grillo e di Casaleggio potevano concepire e presentare questa come una proposta politica seria. C’è da dire che hanno aderito con entusiasmo la quasi totalità degli eletti grillini, che se ne è parlato nei talk show televisivi e che ha ricevuto tanti sostenitori nell’opinione pubblica e in qualche esperto che, forse, dimenticava di parlare di una situazione reale e non di un’esercitazione scolastica.
Il meno che si possa dire è che l’antagonismo sociale, la protesta politica, la rabbia dei cittadini, i cattivi maestri e i guru che vorrebbero raccoglierla e portarla nelle istituzioni non sono in grado di formulare una proposta di governo del Paese.
Agli occhi dei cittadini questo non può essere un merito, ma una colpa perchè le istituzioni sono quelle che decidono di noi, della nostra vita e non possiamo augurarci che siano paralizzate in nome di astratti disegni utopici e di vaghi propositi di rivolta dietro ai quali non c’è alcuna idea costruttiva.
Se la sinistra e l’area protestataria fossero stati in grado di concepire una proposta costruttiva avrebbero messo alla prova il Pd dilaniato da lotte interne, ma disponibile ad un’alleanza di governo. E oggi avremmo già da due mesi un governo diverso da quello che si è insediato. Così non è stato e occorre guardare avanti.Italia malata
Il governo Letta ha una composizione intelligente perchè tiene fuori vecchie facce dei partiti e apre a persone che sembrano avere tutte le carte in regola per svolgere bene il loro compito. Sentiremo domani il programma, ma già da ora si può immaginare che sarà centrato su alcuni impegni importanti e concreti. Niente di rivoluzionario sicuramente, ma d’altra parte ad un governo si chiede di governare non di fare la rivoluzione. A quella già pensano i tanti che vorrebbero rovesciare il mondo e che non riescono nemmeno a formulare uno straccio di proposta politica realizzabile.
In ogni caso ogni governo deve essere incalzato dall’opinione pubblica, con la protesta e con la proposta. Soprattutto occorre non disperdere l’enorme domanda di partecipazione e di cambiamento che è cresciuta negli ultimi anni. Lo stesso Movimento 5 stelle ne è espressione anche se ha ricevuto tanti voti più per protesta e sull’onda della popolarità di Grillo che per una proposta politica chiara. Ma espressione più significativa sono tutti quei movimenti di lotta che hanno messo all’ordine del giorno una trasformazione di sistema che non si può esaurire nei costi della politica, ma che si estende al vasto campo dei diritti, del funzionamento della democrazia, dell’uso dei beni comuni, della partecipazione alle scelte politiche e alla loro attuazione.
solidarietàQui c’è molto da imparare e da costruire. Mettiamo un pò da parte i proclami di Beppe Grillo che alimentano la visibilità di un suo potere personale e di una concezione dell’organizzazione politica dai tratti opachi e che sembrano tradursi in un cabaret permanente privo di sbocchi. Occupiamoci delle idee di chi ha occupato il Teatro Valle a Roma o di chi ha costruito il referendum sull’acqua o di chi lavora tutti i giorni nel grande spazio del volontariato. C’è bisogno di una politica che affondi qui le sue radici.
Claudio Lombardi

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