“Oggi 15 maggio ho votato” (di Franca Ferretta scrittrice oculare) e il commento di Fabio Pascapè

Un gesto compiuto, tante volte, con estrema semplicità. L’arrivo nella tipica scuola di rione, quella più vicina a casa, la ricerca dell’indicazione del seggio, l’ingresso in un’aula spoglia e anonima, puntualmente gelida d’inverno e torrida d’estate, visi sconosciuti che ti osservano più per noia che per interesse, uno scambio: il mio documento contro pieghevoli colorati e una matita; l’appartarsi in un parallelepipedo, di sottile compensato, dal nome altisonante – cabina – più adatto a risvegliare ricordi di salsedine e sabbia; un tempo brevissimo impiegato per mettere delle croci, dopo mesi di discussioni accalorate.
Oggi, invece, ho votato dal mio letto; un voto assistito: la SLA mi ha concesso quest’unica modalità!
È stato da una parte, il voto più difficile della mia vita, non certo per la scelta del candidato, ma per il tormentato travaglio che ” il mostrarmi” ha comportato, ma anche la conquista di un’importante autoaffermazione. Aiutata anche dai rappresentanti della legge: il presidente, il segretario, uno scrutatore ed una vigilessa.

Quattro persone splendide, realmente motivate e partecipi, che hanno benevolmente lasciato il seggio, per permettermi di votare.

Grazie!
Grazie anche a Fabio che con garbo e sensibilità mi ha spronato a diventare una cittadina attiva.
Credo, dopo aver deciso di votare vincendo trepidazione e ansia, di aver provato le stesse emozioni delle donne che, nel ’46, esercitarono per la prima volta il diritto di voto partecipando al referendum monarchia-repubblica.

L’uscire dall’anonimato, liberarsi dai legacci di una sudditanza, nel loro caso maschile nel mio dalla malattia, è stata una gran bella conquista.

Nel mondo animale è la prassi isolarsi, quando subentrano problemi di salute. Anche per gli uomini, gravemente malati, è cosi. L’impegno di superare e vincere la prassi è gravoso. Ma, che bella sensazione, la vittoria!

Il ghiaccio ormai è rotto, tra quattordici giorni si replica, sono molto contenta, di aver vinto quelle angosce che mi tenevano bloccata.

In bocca al lupo, al Sindaco e a me, abbiamo conquistato il primo gradino ma ci attende una lunga scala, tutta in salita.

Sursum corda!

Franca Ferretta scrittrice oculare


Il commento di Fabio Pascapè

Franca è una persona che, con i suoi familiari, combatte due battaglie. La prima contro la SLA – sclerosi laterale amiotrofica. Un male terribile che inesorabilmente e progressivamente priva il corpo di tutte le sue funzioni vitali. Arrivata in fase terminale comunica solo con il movimento degli occhi ed il battito delle palpebre.

La seconda battaglia Franca la combatte con la Pubblica Amministrazione. Sono due anni che attende un comunicatore oculare in assegnazione dalla ASL NA1. Solo la buona sorte ha impedito che la voce “oculare” di Franca ammutolisse. Un produttore di comunicatori oculari “socialmente responsabile” gliene ha affidato uno in prova facendo slittare più volte i termini per la riconsegna.

Ebbene ieri Franca ha votato. Un presidente di seggio d’altri tempi, un giovane segretario con un altrettanto giovane scrutatore ed una vigilessa di particolare motivazione hanno portato il seggio a casa di Franca consentendole di votare. In questa tornata elettorale il numero delle persone che hanno scelto il voto domiciliare è salito a nove, a fronte delle quattro delle ultime elezioni. Grande l’emozione, piena la consapevolezza di partecipare ad un evento che rappresenta “il seme sotto la neve dell’indifferenza” che finalmente germoglia, che finalmente indica punto di inizio del percorso di riconquista della nostra terra.

Franca ci ha voluto dire che il voto è un diritto il cui esercizio non può e non deve essere negato a nessuno. Ce lo ha detto con il suo sintetizzatore vocale e la sua voce si è levata sul voto di scambio, sui sospetti di brogli, sugli accordi sottobanco, sulla disaffezione dei cittadini. Il suo voto ha assunto un peso schiacciante e non sarà facile prescinderne soprattutto per quei politici che con il loro agire dissennato hanno quasi ammazzato la politica, la buona politica quella che Padre Bartolomeo Sorge identifica come un “dovere civico”.

Franca ha fatto il suo “dovere civico” dando un esempio forte e chiaro ed indicando il primo e più significativo di una serie di diritti di cittadinanza il cui esercizio va garantito sempre e comunque se si vuole che tutte le persone possano essere effettivamente cittadini.

Franca ci ha detto che dobbiamo tornare a partecipare, che dobbiamo tornare a fare politica, che dobbiamo tornare ad essere cittadini attivi assumendo le responsabilità civiche che questo comporta.

Franca ce lo ha detto votando con gli occhi e parlando con il suo sintetizzatore vocale, resta a noi ed alle nostre coscienze civiche raccogliere la sfida e ritornare ad essere cittadini senza se e senza ma.

Io ci sto….

Fabio Pascapè Assemblea territoriale di Cittadinanzattiva Napoli Centro

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