Ora parliamo di Europa
Sgonfiata la montatura della censura a Scurati e messa da parte la usurata diatriba fascismo/antifascismo finalmente possiamo mettere a fuoco il cuore del problema: che Europa vogliamo? Lasciamo perdere i sogni sul federalismo europeo (nulla più che un faro cui puntare nei secoli futuri) e concentriamoci sull’orizzonte dei prossimi anni. L’Unione europea rischia di morire se non farà un passo per essere ciò che è e che si rifiuta di essere: una potenza mondiale che, insieme agli Stati Uniti d’America, difenda i valori della libertà contro imperialismi vecchi e nuovi. Una potenza, per essere tale, deve esprimersi con una politica estera, di difesa e industriale comuni. Si cominci dagli stati dell’eurozona. Non serve la furia regolatrice che ha dominato a Bruxelles. Serve una visione diversa e molto concreta che badi agli interessi europei e non ad astratti imperativi ideologici.
L’Italia si presenta male. I rappresentati italiani al Parlamento europeo non hanno votato a favore del Patto di stabilità concordato tra i governi. Il debito italiano è esploso per le spese demagogiche legate alla pandemia e per i bonus edilizi. La nostra capacità di spendere i fondi europei per progetti seri mostra tutti i suoi limiti (si vada a vedere i soldi buttati nelle scuole). Cosa se ne ricava? Che ci piace l’Europa bancomat e rifiutiamo controlli e vincoli per essere liberi di fare come ci pare pur rivendicando il sostegno degli altri stati. Così non va
29 aprile 2024
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