Patrick Zaki e la nostra libertà

Patrick Zaki, cittadino egiziano che studiava in Italia, è chiuso in cella da quasi due anni in una prigione del suo Paese. Non è stato condannato e non c’è stato nemmeno un processo. Semplicemente lo hanno accusato di alcuni reati contro il regime che sarebbero stati commessi attraverso alcuni post pubblicati su facebook conosciuti solo dai suoi accusatori. I suoi difensori dicono che sono stati scritti apposta da qualcuno per poterlo accusare di qualcosa. Difensori, che però, rimangono inattivi perché nella fase delle indagini non è ammessa la loro partecipazione. L’indagato, però, sta già scontando una condanna molto pesante che minaccia la sua salute psichica e fisica. Forse il regime attende la sua morte “per cause naturali”.

La vicenda di Patrick ci insegna che in molte parti del mondo si può essere sequestrati dal regime o fatti fuori (e qui la citazione di Giulio Regeni è d’obbligo) senza alcun motivo. Il diritto è solo carta straccia per nascondere che l’unica legge è quella del più forte. Semplicemente le persone sono di proprietà del regime che ci può fare quello che vuole. Tocca al povero Zaki ricordarci quanto è preziosa la nostra libertà

17 giugno 2021

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *