Pochi voti: crisi della democrazia e della politica? (di Claudio Lombardi)
Con i ballottaggi si concludono le elezioni dei consigli comunali e dei sindaci di Roma e di tante altre città. Scarsissima la partecipazione al voto. La democrazia non funziona più? Le assemblee elettive non hanno più senso? Domande legittime e ovvie in un Paese che faceva della partecipazione al voto un suo carattere identitario. Troppo si è detto della crisi dei partiti, della loro degenerazione e della trasformazione della politica in un “mestiere” al quale partecipano solo quelli che ne traggono qualche vantaggio. Adesso bisogna farsi qualche altra domanda anche perché sono comparse forze politiche nuove e altre, meno nuove, si sono però caratterizzate come antagoniste al sistema dei partiti raccogliendo una parte della spinta dell’associazionismo e dei movimenti di lotta. E dunque perché gli elettori non hanno votato in massa per loro?
Bè veramente il voto al Movimento 5 Stelle c’è stato e ha dato voce alla protesta portando in Parlamento tanti cittadini comuni. Grillo voleva aprire il Parlamento “come una scatola di tonno”; dice di averlo fatto e di non aver trovato nulla. Si domanda Grillo se il Parlamento abbia ancora un senso e afferma che è la “tomba maleodorante della Repubblica” occupata da impiegati adibiti a pigiare bottoni a comando.
Se fosse vero ci troveremmo davanti a un “rivoluzionario” assai ingenuo che non si accorge di dare l’assalto ad una fortezza vuota. Per anni ha costruito il suo movimento e l’ha voluto portare alle elezioni e si accorge solo adesso che era tutto inutile? Ammettiamo che sia vero quello che dice. Conseguenza immediata: dimissioni di tutti gli eletti del M5S! Dimissioni subito senza aspettare un giorno di più. Oppure sciogliere le righe e ognuno per sé a sguazzare nella “scatola di tonno vuota”. Che ci sono andati a fare? Che ci stanno a fare lì?
No, il problema è più serio e va oltre Grillo che evidentemente non ha molto da dire. Il problema è la crisi della democrazia (e della politica che è lo strumento per metterla in pratica), delle sue istituzioni e delle modalità con le quali si esprime la partecipazione dei cittadini. La democrazia deve governare la complessità (siamo tanti e con tanti interessi e problemi diversi dal cittadino comune alla grande azienda) rispettando la libertà di tutti, ma facendolo si espone all’assalto di tutti quelli che hanno il potere di imporre i loro interessi e che, non sopportando di dover competere per affermarsi, cercano strade più brevi per farlo. Per questo accusano tutti i luoghi nei quali la libertà e la complessità si incontrano e li denunciano come responsabili da punire o da eliminare. L’ostilità, la diffidenza, il ribrezzo per la politica e i politici e per le lungaggini delle procedure democratiche è entrata nelle culture dell’occidente. Purtroppo la degenerazione dei partiti, la corruzione, l’inefficienza degli apparati pubblici e delle stesse istituzioni (generate da chi antepone il proprio interesse al rispetto delle regole e agli interessi generali e quindi sabota la democrazia dall’interno) hanno finito per mischiare la voglia di onestà e la voglia di dittatura.
Alla crisi della democrazia e dei partiti si può allora rispondere con una loro rifondazione rivoluzionaria che ritrovi il senso e la missione di sistemi politici fondati sulla uguaglianza e sulla libertà; oppure si può rispondere ammazzando la democrazia e distruggendo i partiti facendo finta di sostituirli con un rapporto diretto tra vertici dello Stato e popolo ovvero con una democrazia diretta gestita da internet che è lo strumento più manipolabile e meno democratico che esista perché è non è verificabile e non è trasparente.
Ci sono tanti interessi in gioco (e tanti punti di vista culturali e ideologici) che vorrebbero imboccare questa strada (ovviamente in nome dei cittadini e contro la politica e le istituzioni democratiche inutili e corrotte) e non lo dicono mica apertamente che dietro alla protesta urlata o dietro gli appelli al popolo c’è un ennesimo tentativo di cancellare l’anomalia che tenta di conciliare complessità e libertà.
Se grazie ad una magia questi oppositori della democrazia dicessero con sincerità cosa vogliono veramente ci si troverebbe di fronte a scenari da incubo. Alcuni (Berlusconi per esempio) direbbero che vogliono una nuova forma di fascismo che imponga con la forza gli interessi dei pochi togliendo a tutti gli altri il diritto di parola, cancellando solo per loro la politica e sopprimendo i partiti e ogni altra sede collettiva di confronto e di decisione sostituendo il tutto con un rapporto fiduciario tra popolo e leader. Altri, come Grillo, tirerebbero fuori astratte visioni di società del futuro governate da internet o dalla democrazia diretta con il mondo diviso in milioni di villaggi, senza più gli stati, le monete, gli eserciti. Insomma un gigantesco fumettone senza capo né coda con l’unico effetto di lasciare intatte le posizioni di chi ha il potere di imporsi, ma distruggendo il sistema di rappresentanza democratico.
Purtroppo questa magia non si può fare e dobbiamo accontentarci della nostra capacità di comprendere ciò che sta accadendo. Alcuni punti fermi dobbiamo averli: il regime della libertà e della democrazia è il migliore che si possa avere ed è fondato sulla partecipazione democratica alle decisioni che riguardano la collettività. Partiti, politica e istituzioni debbono essere riformati, ma non si può mettere in discussione che debbano esistere. Occorre invece che i cittadini li riconquistino con la loro intelligenza e con la loro partecipazione.
Contro la degenerazione della politica e l’inefficienza delle istituzioni non c’è cura migliore.
Claudio Lombardi
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