Povertà, acqua, gas: lo strabismo delle politiche pubbliche
Povertà e reddito di cittadinanza; acqua e siccità; gas. L’accento cade sempre sulle risposte da dare in emergenza quelle che portano a bonus e sussidi. Invece la vera risposta alla povertà è lo sviluppo cioè il lavoro. L’offerta di lavoro c’è. Mancano le regole giuste come la retribuzione minima e il valore legale dei contratti stipulati dai sindacati più rappresentativi. Ci sono anche i lavoratori poveri? Certo, ma c’è anche la possibilità di ribellarsi e lottare per migliorare la propria condizione. Se il sussidio pubblico diventa l’unica risposta non c’è dinamismo ed è la stasi senza futuro.
Il problema dell’acqua è che viene gestita malissimo: più del 40% si disperde e quando piove molto non viene raccolta. Bisogna investire per le infrastrutture (anche desalinizzatori) e l’acqua deve essere gestita da aziende efficienti. Non serve l’acqua gratis, serve l’acqua ben gestita.
C’è molto gas nel Mediterraneo, ma l’Italia ha rinunciato ad estrarlo per inseguire le fantasie adolescenziali di movimenti parolai. Gli stessi che si sono opposti al Tap che oggi ci porta 10 miliardi di Mc l’anno. Bisogna cambiare strada e da subito. Bisogna diversificare al massimo i fornitori. Dieci Tap ci vorrebbero, ma ora è anche il momento di piazzare trivelle dovunque ci siano gas e petrolio da estrarre.
11 luglio 2022
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