Preghiera per la scuola pubblica che muore (di Aldo Cerulli)

Padri, uomini d’ordine e formatori d’opinione, voi che applaudite al 5 in condotta e gridate al bullo e al vandalo a ogni occasione, sempre più indignati dei comportamenti della nostra gioventù, voi che confezionate servizi giornalistici e televisivi con l’esperto, il prete e lo psicologo, anche se talvolta voi stessi non sapete che pesci pigliare, quando capita a voi di essere in difficoltà nel rapporto con il vostro figliolo, mi domando se in sincerità pensate davvero che avere 33 anziché al massimo 20 studenti per classe come auspichiamo possa giovare alla causa di una gioventù più serena, più dialogante e meno incline alla violenza nelle parole e nelle azioni contro persone, cose e ambienti ( in compenso sarà difficile trovare una scuola privata con classi con più di 20 alunni).

E voi cittadini che amate la nazione e vi date pensiero del suo futuro, voi che siete consapevoli del ruolo primario dell’istruzione e contenti che si parli di insegnamento di cittadinanza e costituzione a scuola, propedeutico alla formazione di buoni cittadini, voi che già da tempo vi stupite dello scarso livello di preparazione di tanti studenti e non riuscite a capire il perché di questo scollamento tra giovani e sapere, non pensate che dai nuovi regolamenti in merito alla formazione delle classi deriva un ulteriore abbassamento culturale, oppure pensate che quei livelli di servizio e di qualità di istruzione, che la scuola non riesce a garantire oggi, potrà garantirli domani con meno insegnanti e più studenti per classe?

E voi politici e governanti, voi che dichiarate di volere conciliare la buona amministrazione con il risparmio nelle spese, avete pensato ai costi che comporterà un peggioramento della didattica in classi superaffollate? Ad esempio per un aumentato bisogno di corsi di recupero? D’accordo, i corsi di recupero non si faranno comunque per mancanza di soldi, però si faranno al mattino sottraendo 2 o 3 settimane o anche 4 se sarà necessario all’attività didattica curricolare. E però le bocciature aumenteranno, a meno di non promuovere a prescindere dal profitto, cosa che voi che siete per una scuola più seria certo non auspicate, e quanto costerà allora da un punto di vista strettamente economico l’allungamento di 1 o 2 o 3 anni della permanenza nella scuola di tanti studenti a causa di bocciature più frequenti?

E voi dirigenti scolastici che siete chiamati a tradurre in pratica i disegni del governo li condividiate o meno, diventando talvolta per eccesso di zelo più realisti del re, avete riflettuto sul fatto che siete voi che vi troverete tra le mani la patata bollente, voi che dovrete garantire la sicurezza già compromessa da stabili fatiscenti non a norma e per carenza di fondi privi di qualsiasi intervento di manutenzione sia ordinaria che straordinaria, come testimoniano i crolli e gli incidenti quotidiani in una parte o l’altra dell’Italia? Voi già adesso faticate a garantire la sorveglianza e in caso di assenza di un insegnate lasciate le classi scoperte perché le supplenze sono diventate impossibili, sia perché non ci sono i soldi per pagarle sia perché con tutte le cattedre a 18 ore gli insegnanti dell’istituto non hanno più ore a disposizione, eppure facilmente imponete pretestuose deroghe e fate accettare a studenti e docenti classi numerose che violano le misure previste dalla legge. Ma non pensate che realizzare classi di 33 alunni vorrà dire esporre sempre più la popolazione scolastica a rischi, col pericolo di andarci di mezzo legalmente anche voi, che avrete imposto questo stato di cose pur sapendo di non potervi far fronte?

E voi esperti, pedagogisti e psicologi che lavorate nelle scuole e avete quotidianamente un quadro del disagio giovanile, ci vivete a stretto contatto e ne conoscete le cause e le conseguenze, voi che siete al corrente del cambiamento dei tempi e delle accelerazioni delle trasformazioni, che sapete squadrare le tematiche dello sfaldamento della famiglia e del venir meno dei modelli di riferimento, pensate di trovare meno disagio in aule più affollate, dove i meccanismi dell’attenzione e dell’apprendimento saranno messi a dura prova e dove inevitabilmente si restringeranno gli spazi di relazione interpersonale e le possibilità dell’adulto docente di essere figura di riferimento e fattore di mediazione?

Ma soprattutto voi mamme che desiderate il meglio per il vostro figliolo, che si trovi bene a scuola e che abbia il posto migliore in classe, che abbia una buona relazione con l’insegnante e che l’insegnante si prenda cura di lui, sappia cogliere i suoi bisogni e le sue esigenze e predisponga per lui una didattica differenziata e personalizzata per rendere più pieno il suo successo scolastico, sapete cosa vorrà dire avere 33 alunni per classe? Che alla fine del primo quadrimestre gli insegnanti che hanno 1 o 2 o 3 ore di lezione la settimana non è detto nemmeno che conosceranno il nome di vostro figlio né è detto che lo sapranno distinguere da una massa urlante, altro che sicurezza, relazione e didattica personalizzata!

Alcuni di voi studenti forse pensano che qualcosa da guadagnare l’avranno, in una scuola dove crescerà il casino alcuni di voi potranno più facilmente farla franca in caso di qualche bravata, nascondendo lo zampino nella massa, però nello stesso tempo considerate: più sarete sfrenati voi, più nervosi saranno gli insegnanti. Non si conteranno le note, le sospensioni, le convocazioni delle famiglie, forse anche i 5 in condotta, dimenticavo. E certamente sarete anche sottoposti meno a verifiche, ché non si potranno fare 2 o 3 interrogazioni a quadrimestre per 33 studenti, le prove diventeranno quindi meno frequenti e meno accurate, sia quelle scritte come le orali, e questo potrebbe anche andarvi bene, tutta fatica in meno, ma il fatto è che diventeranno tutte quante prove di necessità brevi, il cui esito dipenderà molto più di oggi dal caso, il che sarà enormemente demotivante, come si fa infatti a preparasi accuratamente, quando si decide tutto in pochi minuti come in un quiz televisivo?

E infine voi docenti che amate il vostro lavoro,   a cui ho sentito dire tante volte in momenti di sconforto che siete insegnanti e non domatori di belve inferocite, voi che nonostante gli studi, il sapere e la passione avete difficoltà a ottenere rispetto e attenzione dai vostri studenti e che per questo vi deprimete e state male, perché nonostante tutto l’insegnamento vi sta a cuore e ritenete che non è un mestiere come un altro ma il più bel mestiere del mondo, voi pensate che potrete ancora perfezionare la vostra didattica e sperimentare le metodologie più appropriate alla situazione della classe, quando a causa di aule superaffollate faticherete persino a far notare la vostra presenza e l’unico vostro obiettivo sarà riuscire a sopravvivere a scuola, mentre i dirigenti scolastici sempre meno si interessano di didattica e il sistema non si cura di fornirvi strumenti adeguati a svolgere il vostro lavoro nelle mutate condizioni? Cosa farete oltre ad aspettare il suono della campanella per tirare un sospiro di sollievo e abbandonare l’aula incolumi dopo il vostro orario di lezione?

  

Dal corrente anno le classi prime e terze delle scuole superiori saranno costituite con almeno 27 studenti per classe,   per arrivare anche a 30,  e con l’incremento del 10%,   si potrebbe arrivare tranquillamente a 33 studenti per classe. Addio diritto allo studio e sicurezza nelle aule!

 La partenza della pseudo-riforma delle superiori è prevista per l’a.s. 2010/2011 e questo comporterà il taglio di 14.000 posti. Non perderanno il posto solo i docenti precari, ma anche quelli di ruolo sono a rischio, infatti lo stesso Regolamento approvato il 27 febbraio 2009 contiene tutta la procedura per la messa in mobilità del personale in esubero assunto con contratto a tempo indeterminato.

Anche il personale ATA sarà ridotto, 45.000 unità in meno in tre anni, 15.000 a partire dal corrente anno, di questi almeno 10.000 saranno collaboratori scolastici. 

Aldo Cerulli segretario Cittadinanzattiva Abruzzo

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