Prezzi, costi, energia e CO2
La plastica sta diventando l’ossessione dei nostri tempi, è ovunque, ci sono immense isole di plastica nell’oceano, è stata trovata persino al polo sud e adesso sembra anche nel nostro sangue.
Ogni tanto si sentono frasi tipo:
– smettiamo di produrre plastica e torniamo al vetro a rendere
– invece della plastica dovremmo utilizzare: legno, carta, cartone, scarti alimentari, materiali biodegradabili.
Nessuno ci pensa mai, ma nei costi (non nei prezzi) delle cose, degli oggetti, uno dei più rilevanti e che incide sul costo finale per ben più del 50% del totale è il costo dell’energia.
Energia che è servita per produrre quell’oggetto. Produzione o estrazione della materia prima, trasporto, lavorazione e, infine, confezionamento (altra energia per produrre l’imballaggio) e consegna al punto vendita. Tutti questi costi si accumulano e vanno a confluire nel prezzo del prodotto finale.
Ma, quando si parla di energia, stiamo anche parlando di CO2 prodotta.
L’energia che serve per produrre una merce proviene, per le fasi di estrazione e/o coltivazione, da combustibili fossili, prevalentemente sotto forma di energia elettrica nelle fasi di produzione e di nuovo energia fossile per trasporti.
Poi ci sono altri costi bene o male legati all’energia, il numero di persone coinvolte, il riscaldamento delle fabbriche, l’energia che serve per farle funzionare etc.
Dato poi che attualmente anche il 70% dell’energia elettrica viene prodotta per combustione di idrocarburi, possiamo dire che la quantità di CO2 prodotta è proporzionale al costo di un prodotto, come l’energia.
Quindi, ricapitolando, più un prodotto costa più energia serve per produrlo e più CO2 si produce.
Torniamo alla plastica. Quanto costa una bottiglia in plastica e quanto costa una bottiglia in vetro? Quanto costa un vassoietto in plastica e quanto uno in legno o in carta/cartone?
E’ evidente a tutti che una bottiglia di plastica costa enormemente meno di una di vetro, già il solo fatto che per produrre il vetro bisogna utilizzare forni a 800-900 gradi accesi 24h su 24 dà una idea dei motivi.
E il vetro a rendere? È vero, se si rende non bisogna rifonderlo, ma il vetro a rendere ha bisogno di essere trasportato indietro agli impianti di imbottigliamento, va selezionato, lavato, sterilizzato e controllato per verificare se sia ancora idoneo per essere utilizzato, Tutti questi processi hanno un costo. Ricordiamo: costi = energia.
La birra per esempio viene ancora confezionata in bottiglie di vetro per varie ragioni, ma quasi nessuno fornisce il servizio a rendere, le bottiglie vengono frantumate nei centri di raccolta del vetro e i frammenti utilizzati per fare nuove bottiglie. Come mai? La risposta è sempre la stessa: costi e energia.
Un discorso analogo lo si può fare per i vassoietti del supermercato e per un mucchio di altre cose. Servono come prodotti che si usano una volta sola, quindi costano meno e utilizzano meno energia per essere prodotti.
Qualche supermercato li recupera e quella potrebbe essere una strada, ma si può fare solo se sono sempre della stessa plastica e se hanno dimensioni e forme standard in tutti i negozi di una rete o di un gruppo per rendere meno oneroso il riciclo/recupero.
Poi c’è un altro aspetto: con cosa sostituiamo i film di polietilene e altre plastiche che mantengono freschi i cibi?
Se usassimo la carta o altri materiali non sarebbero possibili il sotto vuoto o l’atmosfera modificata, la conservabilità sarebbe solo di qualche giorno invece delle settimane e mesi di moltissimi prodotti confezionati. E anche questo sarebbe spreco di energia oltre che di cibo.
La soluzione per ridurre i consumi di energia è composta, quindi, di molti fattori:
– recuperare tutto il recuperabile,
– riciclare il possibile,
– sostituire, dove possibile, il non riciclabile con il riciclabile,
– recuperare energia dal non riciclabile,
ma la cosa fondamentale è:
– non disperdere nulla nell’ambiente ovvero non usarlo come discarica.
Pietro Zonca
Giuseppe, no non deve essere tecnologica, si disperdono nell’ambiente anche il vetro le scatolette di metallo, la carta il cartone etc, la plastica si nota di più perchè è colorata, indistruttibile, ( come i sassi) le soluzioni tecnologiche al trattamento della plastica ci sono, alla dispersione dell’ambiente non ci potranno mai essere, vogliamo la patente di buttare tutto ovunque? Le soluzioni sono semplici la plastica si deve raccogliere, punto. La soluzione siamo noi. Se non lo facciamo il problema è nostro, si tratta di insegnare un po’ di civiltà alle persone magari partendo dalle scuole.
Ho capito tutto quello che dici Pietro e sono d’accordo ma alla fine tutto il discorso si incentra nelle ultime righe. Tu dici non disperdere nulla nell’ambiente e qui stiamo parlando di plastica ovviamente. Ma visto che in pratica stanno disperdono tutta la plastica nell’ambiente con i danni che conosciamo, bisogna trovare una soluzione a questo problema o ancora ti sentirai dire compreso me, basta produrre plastica. E la soluzione deve essere tecnologica ovviamente.