Quanto ci tengono alla libertà gli italiani?
Un sondaggio di oggi indica che il 55% degli interpellati è contrario all’invio di armi agli ucraini. È quello che pensano veramente gli italiani? Non si può sapere. Comunque è un dato sorprendente. La feroce aggressione della Russia a un paese libero, la distruzione delle città e il massacro dei civili sono fatti così eclatanti che una reazione rabbiosa verso l’aggressore e di assoluta solidarietà verso gli aggrediti, che chiedono a gran voce di essere aiutati a resistere, sarebbe stata la più logica. E, invece, no. Dal 24 febbraio sono emerse le tante facce di chi non si fida della realtà. Pacifisti, giustificazionisti, “né né”, anti Usa a prescindere, indagatori della storia, nostalgici della vecchia e fallita Urss. Tutti uniti da una presa di distanza dagli ucraini.
L’opinione pubblica si è divisa sull’unica questione che avrebbe dovuto suscitare l’unanimità: la difesa della libertà a tutti i costi. A tanti è sfuggito che questa è la posta in gioco. Anni di propaganda anti sistema fomentata e pagata proprio da Mosca hanno prodotto correnti di simpatia per “l’uomo forte” Putin e per un modello di stato dittatoriale, retrogrado, bigotto, diretto da ladri incalliti la cui unica leva di forza sono le bombe atomiche. E, insieme, di disaffezione dai nostri valori di libertà e democrazia. Se fossimo invasi noi viene il dubbio che molti italiani si venderebbero al migliore offerente
17 marzo 2022
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