Ragioni e difficoltà di una crisi anomala (di Salvatore Sinagra)

la fretta di RenziPer dirla con le parole di Pippo Civati il modo della crisi ancor ci offende. Ci sono troppe anomalie nella fine di un governo per di più  nato in modo anomalo; Enrico Letta, sopravvissuto allo strappo di Berlusconi, sapeva bene che dopo lo straordinario successo di Matteo Renzi alle primarie di dicembre la sua leadership era divenuta estremamente precaria.

La sfiducia di Letta ad opera del suo stesso partito ricorda vagamente certi cambi di premier della prima repubblica ma è qualcosa di assolutamente nuovo per l’Italia post tangentopoli e di molto strano in Europa. Cambi di governo nell’ambito della stessa maggioranza ci sono stati, per esempio in Gran Bretagna, ma sono sempre stati la conseguenza di un cambio di linea politica.

Nel momento in cui ci sono timidissimi indicatori di ripresa, o almeno quando sembra si sia fermato per un attimo il declino che è evidente almeno dal 2007, il PD renziano decide di porre fine all’esecutivo Letta, perché il governo ha bisogno di un salto di qualità. Affermazione  condivisibile: una variazione positiva del PIL di pochi decimali non sana certo le ferite di anni e anni di recessione, non cancella una disoccupazione giovanile raddoppiata dall’inizio della crisi, né contribuisce a rendere meno complicato il rapporto tra il palazzo e la piazza. Non sono tuttavia pochi i punti oscuri di questa ardita manovra.

conservazione rinnovamentoA cosa serve cambiare premier se il governo continuerà con la stessa maggioranza?  Ha senso un avvicendamento tra due politici entrambi giovani, almeno sotto il profilo anagrafico, ed entrambi espressione dell’ala di destra del Partito Democratico? Ha senso che un partito chieda al suo premier di fare un passo indietro senza l’obiettivo di andare ad elezioni anticipate, senza manifestazioni di conflittualità di partner minori della coalizione o senza una clamorosa débacle in una tornata elettorale?

Non c’è il rischio di spiazzare gli elettori in un momento in cui tutti i partiti (e movimenti) rappresentati in parlamento danno pochi riferimenti? Cosa pensano gli italiani di una mossa che ha un sapore di prima repubblica posta in essere da chi voleva rottamare i politici della seconda repubblica? Cosa pensano gli italiani di un premier che ha sempre detto di non voler arrivare a Palazzo Chigi senza elezioni e di volere una legge anti-larghe intese e che oggi diventa premier con una crisi extraparlamentare e con l’obiettivo di arrivare fino al 2018 con le larghe intese?

obiettivo governo RenziColpisce poi tanta fretta: è vero che serve un cambio di passo, ma se si ha l’obiettivo di arrivare fino a fine legislatura non è forse meglio prendersi qualche settimana per scrivere un patto di coalizione?

Sorge il ragionevole dubbio che Matteo Renzi temesse di bruciarsi a causa di un risultato negativo del Partito Democratico alle prossime elezioni europee. Certo la strada del sindaco e quella del Partito Democratico sarebbero state in ogni caso piene di insidie, tuttavia ci si chiede se non fosse opportuno incalzare l’esecutivo Letta sui programmi con ciò avviando quella rigenerazione del PD comunque necessaria sia nell’immediato sia in vista delle prossime scadenze elettorali. Vedremo che peso e che forza avranno i nuovi nomi del governo, forse avremo presto anche un nuovo inquilino al Quirinale, tuttavia prevale l’incertezza. Renzi non poteva permettersi di arrivare al 2018 logorato da un governo impopolare, ha fatto una scommessa rischiosa, capiremo, prima o poi, chi ne trarrà beneficio. La speranza è che il nuovo governo, aiutato anche da un contesto in lieve miglioramento, aggredisca veramente i problemi che affliggono l’Italia e penalizzano la sua economia da ormai troppi anni.

Salvatore Sinagra

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