Rifugiati: l’ esempio della Germania

Dopo anni di opacità, di scelte mancate, di esibizione degli egoismi nazionali nel giro di pochi giorni è accaduto qualcosa che rimarrà nella storia. La Germania ha deciso di applicare l’articolo della sua costituzione che obbliga all’accoglienza dei rifugiati politici e la cifra degli arrivi previsti nei prossimi mesi indicata dalla signora Merkel – 800mila profughi – è di quelle che lasciano senza parole. La Germania è pronta a riceverli e il popolo tedesco si è lanciato in una gara di solidarietà quale non si era mai vista in nessun paese europeo. Quando i tifosi arrivano ad esporre uno striscione allo stadio nel quale si da’ il benvenuto ai rifugiati vuol dire che l’opinione pubblica si è schierata. E non a parole. Le migliaia di profughi che sono arrivati a Monaco dall’Ungheria hanno trovato ad accoglierli non solo polizia e volontari, ma anche tanti semplici cittadini che li applaudono e che cantano l’inno dell’Europa mentre dagli altoparlanti della stazione si da’ loro il benvenuto.

benvenuti rifugiati stadioNo decisamente qualcosa di simile non era mai accaduto. Popolo, apparati statali, organizzazioni di volontariato uniti dallo stesso obiettivo e una leadership del paese capace di guidarli interpretando un sentimento diffuso, ma imprimendogli la forza del potere democratico che l’ha espressa ed inserendolo dentro un progetto politico. Gli estremisti di destra, i razzisti, i nazionalisti ridotti a povera cosa, a residui, quasi inevitabili scarti di una società complessa. Questi sono i fatti.

L’Europa che appariva sorda, muta e inerte viene rivitalizzata e riorientata dall’esempio tedesco e quella bandiera europea alla testa della marcia dei rifugiati in partenza da Budapest dovrebbe riportare tutti alla responsabilità di essere nella parte del mondo più evoluta, più libera, più ricca. Un Occidente del benessere e dei valori di rispetto della dignità umana e della libertà che ha il dovere di non arroccarsi nei propri confini.

invecchiamento popolazioneSi sa, struttura e sovrastruttura, interessi economici e idee e passioni si intrecciano nelle vicende umane. Che alla base della decisione della Germania ci sia il calo demografico previsto nei prossimi decenni che farà mancare milioni di lavoratori ad un’economia gravata dalla crescita della popolazione anziana è probabile. Gli esperti quantificano in 30 milioni questa necessità di mano d’opera per tutta l’Europa. L’invecchiamento della popolazione però è un problema anche nostro, anche di altri paesi. Soltanto la Germania però ha dato un taglio alle incertezze e alle polemiche decidendo di imboccare la strada dell’accoglienza, puntando ad aumentare la popolazione attuale e futura e sfidandosi ad integrare milioni di immigrati. L’accoglienza riservata ai profughi è il primo atto di questa sfida. Non si tratta però solo di un calcolo economico, altrimenti il popolo non si muoverebbe. Si tratta di qualcosa di più profondo che sfugge ai commenti più superficiali e miserevoli.

chiacchiere inutili SalviniChi fino a ieri sbraitava contro i clandestini e spargeva paura e odio verso tutti i migranti ignorando ragioni umanitarie e ragioni economiche oggi pontifica dicendo che è facile per la Germania scegliere i rifugiati e fra questi le famiglie siriane. E perché non l’hanno proposto loro per primi? Gretti, ottusi, dannosi e inutili per l’Italia. Che gente come Salvini possa essere seguito da tanti italiani segna la distanza culturale e civile con il popolo tedesco e condanna l’Italia a non capire i suoi stessi interessi. Si dice anche che il nostro paese, a differenza della Germania, non può permettersi i costi dei salvataggi e dell’accoglienza. Sì certo dato che abbiamo pagato finora i costi di una corruzione diffusa e di un saccheggio dei soldi pubblici che ha preso anche Rom e migranti come ostaggi così come ogni altro settore di intervento pubblico adesso non abbiamo i soldi per fare le politiche giuste. Ma quando si tratta di far lavorare come bestie gli immigrati (ma anche gli italiani) nella nostra agricoltura allora i clandestini diventano molto utili proprio perché clandestini. Anche loro ostaggi di un’arretratezza civile che fa paura.

cambiamento in EuropaComunque forse qualcosa sta cambiando in Europa ed è arrivato il tempo di una maggiore integrazione che vada oltre il livello intergovernativo. Il tema dell’immigrazione è di quelli più difficili da condividere, ma sta tutto dentro il progetto di un rilancio delle economie europee cui non bastano i capitali se poi mancano le energie fresche degli esseri umani che lavorano, creano e popolano i territori. L’economia europea del futuro dovrà inevitabilmente coltivare con maggior cura il proprio mercato interno perché il motore delle esportazioni da solo non basta più. E il mutamento di fronte al quale sta la Cina e del quale percepiamo solo i turbamenti di Borsa.

È indubitabile che le tragedie in corso in Medio Oriente e la spinta a cercare migliori condizioni di vita che muove milioni di persone in Africa e altrove non si risolvono con l’accoglienza in Europa. L’occidente deve prendersi le responsabilità che gli spettano per avere destabilizzato la Libia, la Siria, l’Iraq provocando gli sconvolgimenti da cui fuggono masse di disperati. Ma occorre fare di più perché nel lungo periodo si creino le condizioni per rendere accettabile restare nel proprio paese di nascita.

Sono temi questi ormai analizzati e dibattuti, maturi perché si arrivi alla decisione politica. La politica è stata per anni la grande assente sulle scene nazionali e su quella internazionale sostituita da decisioni frettolose e improvvisate non lungimiranti e senza progetto o da un dominio del denaro costituito in potere sovranazionale autonomo.

Adesso la Germania ha dimostrato che la politica esiste ed è ancora la funzione sociale di guida delle comunità umane e che nessun parametro economico la può sostituire. Anche questo è l’esempio della Germania che dobbiamo saper capire

Claudio Lombardi

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