Roma città aperta all’illegalità?
Le orde di teppisti all’assalto del centro storico e lasciati praticamente indisturbati c’entrano molto con la relazione della Corte dei Conti che denuncia l’illegalità diffusa a Roma; c’entrano con la scoperta di un patrimonio comunale fatto di terreni, case, negozi finito per anni e anni nelle mani di gente il cui unico titolo era avere la conoscenza giusta,, pagare una tangente o semplicemente sapere come si sfrutta una burocrazia inerte e inefficiente; c’entrano con Mafia capitale e c’entrano con un atteggiamento culturale italiano di tolleranza per l’illegalità.
Tutto si tiene e la clamorosa incapacità della Prefettura e della Questura a garantire la sicurezza e il rispetto della città deriva da una cultura amministrativa disorientata e disinteressata al risultato che deve ottenere.
Quando si dice che lo scopo delle forze di polizia di fronte ai teppisti era quello di limitare i danni già si ammette una sorta di diritto di devastare che non è possibile impedire. Ad ogni persona ragionevole appare invece che dovrebbe essere il contrario: chi devasta, aggredisce le forze di polizia e la città deve temere le conseguenze e si deve preoccupare LUI di limitare i danni. Perché la città e le persone che la vivono non devono subire alcun danno. Questa deve essere la fermissima linea di frontiera oltre la quale devono arrivare conseguenze dannose innanzitutto per gli aggressori.
Forse bisognerà rivedere molte cose nel circo impazzito del pallone che gode di una specie di immunità. Forse bisognerebbe giocare a stadi chiusi, forse bisognerebbe (come propone il sindaco Marino) imporre un deposito cauzionale alle squadre che vogliono giocare a Roma.
Ma forse bisognerebbe anche rivedere le regole di ingaggio negli scontri di piazza. I vecchi manganelli non bastano più e non possono essere uguali per il lavoratore licenziato e per il teppista. La polizia dovrebbe poter utilizzare strumenti molto più dannosi per i teppisti tali da rovesciare su di loro la preoccupazione di limitare i danni.
Infine bisognerebbe che le forze di polizia avessero lo scopo di fermare TUTTI i violenti e non solo di respingerli consentendo loro una via di fuga. Chi aggredisce una città come Roma deve essere circondato e catturato. Se la polizia non sa cosa deve fare allora le patetiche giustificazioni del Questore si rivelano persino ovvie.
Noi non possiamo rassegnarci al trionfo dell’illegalità e ad apparati dello Stato che si piegano al furbo, al prepotente, al violento
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