Scandalo opere pubbliche: Renzi è ora di cambiare verso
“Dopo che hai dato la sponsorizzazione per Nencini lo abbiamo fatto viceministro. Ora parlagli e digli che non rompa i coglioni. E, comunque, complimenti, sei sempre più coperto..”
Così parlò il ministro Lupi in una telefonata con Ercole Incalza ora arrestato, ma per tanti anni incontrastato crocevia di tutte le grandi opere pubbliche. Basterebbe questa telefonata di cui dobbiamo dire grazie alle “sante” intercettazioni per cancellare Lupi dal panorama politico italiano per sempre con le sue dimissioni o cacciandolo dal governo. Il suo linguaggio è quello di un gangster che si rivolge ad un capobanda al di sopra di lui o, se volete, di un mafioso che parla con altro mafioso. Il che in Italia non sarebbe nemmeno poi tanto strano.
Non ci sono scuse e i fatti sono talmente chiari che nessuna via d’uscita è consentita. Lupi deve essere mandato via dal Governo. La fiducia è cosa diversa da una condanna penale e la fiducia Lupi non la merita più. È ridicolo che Renzi si arrampichi sugli specchi dicendo che il suo governo ha messo da parte Incalza. Messo da parte? Dopo il pensionamento ha avuto un contratto di consulenza con una norma scritta apposta per lui. Di cosa ha da vantarsi Renzi? È purtroppo ridicolo e patetico anche avanzare come dimostrazione della buona volontà del governo tirare in ballo la legge anticorruzione e la nomina di Cantone a capo dell’Autorità anticorruzione. Quante leggi sono state beffate e quante brave persone raggirate da un sistema di potere che tiene in pugno lo Stato? E poi non si tratta di quella legge che non si riesce a far approvare in Parlamento? Perché Renzi non ci mette sopra un bel voto di fiducia?
È anche superfluo parlare delle accuse della magistratura tanto siamo diventati esperti dei meccanismi con i quali si fanno lievitare i costi delle opere pubbliche e della corruzione che ci gira intorno. Nel caso di Incalza, come già è stato per tante altre inchieste (ricordiamo quella su Bertolaso, Balducci, Anemone?), ad essere sotto accusa sono le persone che comandano realmente nelle pubbliche amministrazioni, sono le persone che scrivono le leggi, i regolamenti, le circolari, che firmano gli ordini di pagamento, che dispongono del potere di spesa. I politici appaiono fantocci nelle loro mani, imbelli e, tutto sommato, indifesi.
L’ultima cosa a cui ci si può appellare in questo ennesimo caso di corruzione organizzata ai vertici dello Stato è la prudenza. “Dobbiamo valutare, verifichiamo, aspettiamo, fino a sentenza definitiva nessuno è colpevole” ecc ecc.. No chi pronuncia queste frasi o non si rende conto che siamo in Italia o è imbelle o è complice. Quando si tratta di scelte politiche le decisioni devono essere rapide e chiare. Chi con linguaggio felpato cerca di scansare i problemi è parte del problema.
L’Italia e gli italiani hanno già pagato e stanno pagando ogni giorno il prezzo della corruzione. Di tasca loro e con le difficoltà di vivere e lavorare in questo paese. Pagano con i soldi delle tasse fra le più alte al mondo per servizi e amministrazioni pubbliche inefficienti e pagano con un’economia inquinata dalla corruzione e dalle mafie che del sistema di potere corrotto fanno parte.
È ora veramente di cambiare verso, non a chiacchiere, ma dimostrando di saperlo fare. Se Renzi non dimostrerà di saperlo e volerlo fare, se tenterà di coprire il sistema di potere della buropolitica gli italiani non lo voteranno più. Non ci sono più le ideologie e non ci sono leader intramontabili. Il consenso bisogna guadagnarselo
Claudio Lombardi
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!