SM Capua Vetere: l’ordine che piace alle destre non dà sicurezza

Ci sarà un motivo se tutti gli esponenti della Lega continuano a ripetere che non bisogna criminalizzare il Corpo della polizia penitenziaria. Ci sarà un motivo se i sindacati di categoria parlano di singole mele marce di fronte alle immagini di centinaia di agenti di polizia penitenziaria scatenati. Sì il motivo c’è ed è semplice: si chiama omertà attiva diretta a depistare, distrarre e condizionare il giudizio dell’opinione pubblica. È paradossale: abbiamo dei video che documentano una spedizione punitiva organizzata dalla polizia penitenziaria nel carcere di SM Capua Vetere con l’assenso e, probabilmente, il coordinamento dei dirigenti (alcuni sono indagati per questo); il numero esatto non si conosce, ma sembra che si tratti di quasi 300 agenti. Lega e sindacati vogliono farci credere che si tratti di un fatto assolutamente casuale gestito da poche mele marce? Ci stanno prendendo in giro per difendere qualcosa cui tengono più dei valori costituzionali e di qualunque legalità. Cosa?

Per capire bisogna alzare lo sguardo sui tanti episodi che hanno visto corpi armati dello Stato, servizi di sicurezza e apparati usare i poteri e gli strumenti di cui dispongono per finalità che non hanno niente a che vedere con quelle previste dall’ordinamento mettendo in atto un vero uso privato di tutto ciò che la funzione svolta consente.

L’illegalità connessa all’uso arbitrario della forza è una vera e propria ribellione nei confronti delle norme, costituzionali ed ordinarie, che disciplinano i corpi armati dello Stato. Purtroppo l’uso illegale della forza è una costante nella storia dell’Italia repubblicana e si accompagna al ruolo avuto da settori dei servizi segreti nelle stragi e negli attentati che si sono susseguiti dalla fine degli anni ’60 in poi. Che li muovesse una strategia politica non cambia la natura di atti di eversione dall’ordine costituzionale che dovrebbero essere stati puniti come vengono puniti i nemici dello Stato. Non è andata così e l’impunità ha fatto scuola. Gli omicidi Cucchi e Aldrovandi dimostrano che l’illegalità è stata ritenuta possibile giungendo alla follia di considerare a propria disposizione la stessa vita di persone indagate e poste sotto la custodia di agenti di polizia. Come è stato possibile? Omertà criminogena nei corpi di appartenenza e coperture politiche è la risposta.

Si tratta di una chiara manifestazione della debolezza dello Stato. Dalla fine del fascismo c’è sempre stata una parte della politica, degli apparati dello Stato e delle classi dirigenti che ha tentato di ritagliarsi uno spazio di potere arbitrario e immune alla legalità mettendo le basi di uno Stato parallelo all’ombra di quello legittimo. Il pretesto nel passato era quello di arginare la crescita del partito comunista perché l’appartenenza alla sfera di influenza degli Usa non consentiva nessuna elasticità di governo. Dalla fine del comunismo sovietico questo pretesto è venuto meno ed è rimasto solo l’uso privato a favore di bande, gruppi, fazioni, singole personalità.

In questo contesto le deviazioni di singoli settori dei corpi armati sono state frequenti. Non deve, quindi, stupire che in quei corpi si sia diffusa la convinzione di essere al di sopra delle leggi e della stessa Costituzione. Durante la spedizione punitiva a SM Capua Vetere si è levato il grido “Lo Stato siamo noi” che rappresenta bene una mentalità diffusa. La reazione giusta, se fossimo uno Stato serio, sarebbe che quei teppisti in divisa fossero privati del lavoro e della libertà per il tempo necessario a rieducarli in carcere.

Ciò che preoccupa di più, però, è quando le destre con Salvini e Meloni (accreditate della maggioranza dei voti degli elettori) fanno finta di non capire e dichiarano di schierarsi con i corpi armati nei quali sono stati commessi reati gravissimi. In questo modo stanno mandando un messaggio preciso : “noi vi difendiamo, state dalla nostra parte”. Propongono un patto omertoso che offre copertura in cambio di sostegno. Di quale tipo però? Se ci si rivolge ai corpi armati dello Stato da questi nessun sostegno può venire alle forze politiche. Dunque cosa vanno cercando le destre? La storia conferma che non c’è stato uno dei casi che hanno visto appartenenti alle forze di polizia violare l’ordine legale nei quali i leader delle destre non abbiano preso innanzitutto le parti dei violenti in divisa.

È un atteggiamento che dovrebbe spaventare i cittadini. Che sicurezza e quale ordine ci può essere là dove regna l’arbitrio di chi porta una divisa? Chi può pensare di essere immune di fronte ai soprusi? Nessuno, salvo quelli che si fanno proteggere. È lo schema tipico dei territori controllati dalla criminalità al quale, evidentemente, le destre si sentono molto vicine. L’ordine costituzionale è un’altra cosa e impone a chiunque di stare nei limiti fissati dalle leggi e più si dispone dei poteri e degli strumenti per svolgere una funzione pubblica, più tali limiti devono essere stringenti. Bisogna che gli italiani capiscano cosa si nasconde dietro i travestimenti e le parole di Salvini. Detto semplicemente, l’arbitrio del potere. Ma l’arbitrio è imprevedibile e consegnato nelle mani di chi lo esercita. Persino chi lo vota è proprio sicuro di volere questo?

Claudio Lombardi

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