Sostituire la partitocrazia? Intervista a Carmelo Cortellaro (Spazio civile)

Diamo la parola ai protagonisti. Tre domande, tre risposte. Risposta alla seconda domanda. Parla Carmelo Cortellaro di Spazio civile (www.spaziocivile.org). La prima la leggi qui (https://www.civicolab.it/new/?p=3851) e la terza qui (https://www.civicolab.it/new/?p=3855).

Il tema è sempre quello: la partecipazione che va oltre il voto come anima e sostanza della democrazia

 

Partecipare in un regime democratico significa prendere parte alla politica che è la funzione sociale che si occupa del governo della collettività. Ma la politica finora è stata vissuta come un compito riservato ai partiti. Oggi le cose appaiono in maniera diversa. C’è uno spazio politico che spetta ai movimenti civici e alla cittadinanza attiva? In particolare, queste realtà possono rappresentare i cittadini? E come?

I partiti sono previsti dalla Costituzione e, quindi, la partecipazione alla vita politica a livello delle istituzioni li rende necessari.

Il punto è un altro: quali partiti, o meglio che tipo di partiti. Certo non i partiti attuali che sono dei cartelli elettorali padronali in mano a pochi dirigenti. Si pensi all’UDC e all’IDV che si identificano con i loro leader. E poi,  non l’ho dimenticato: Berlusconi !!! innegabile che il suo sia il partito personale per eccellenza.

Certo non sono questi i partiti che avevano in mente i costituenti, figli di un epoca in cui l’ideologia ispirava la stessa partecipazione alla politica. Per l’appunto, venuta meno l’epoca delle ideologie poche persone si sono trovate a capo di scatole vuote con dei simboli e per un ventennio gli elettori hanno continuato a vederli come riferimenti: i democristiani si rivedevano nel simbolo dello scudo crociato, i comunisti nel partito della rifondazione e di altri minori, ecc. Ma quei partiti non esistevano più, erano un inganno per gli elettori a vantaggio di una classe dirigente falsa e bugiarda.

Oggi chi combatte questo sistema è accusato di fare antipolitica, come se la politica fosse quella di lorsignori.

No, proprio chi combatte questo sistema – cioè i movimenti – motivati da nobili intenti come quello di ridare la sovranità al popolo mediante la partecipazione attiva alla vita pubblica, fa politica, quella vera.

Altra cosa è poi l’esito, ma bisognerebbe entrare nel merito di ogni singola attività promossa in ogni movimento. Se si rimane al metodo può anche essere che non sia quello giusto, ma è comunque migliore di quello truffaldino e fallimentare dei partiti tradizionali ormai avulsi dalla realtà.

Il fattore discriminante tra i partiti ed il movimentismo è uno solo: LA DEMOCRAZIA INTERNA, che garantisce controllo e verifica dei risultati raggiunti dalla classe dirigente ed evita la stagnazione del “potere” in gruppi o in singole persone. Si pensi a Tony Blair, a Bill Clinton, a Jacques Chirac, a Josè Maria Aznar e ai tanti impegnati in politica nell’ultimo trentennio: fanno ancora politica attiva? Certo che no, perché dopo aver dato il loro contributo, bene o male, adesso fanno altro e hanno lasciato spazio ad altri. Vogliamo parlare dell’Italia? Da quanto Casini è in parlamento? Dal suo impegno a destra contro la sinistra, per poi essere contro la destra, poi il grande centro. Non è stato in grado di capire la parte giusta quale fosse? Allora è un incapace e dovrebbe andare via. Oppure no, non è stato in grado di imporre pienamente le proprie buone intenzioni ? Se non c’è riuscito in trent’anni di parlamento ci riuscirà adesso? Dovrebbe andare via lo stesso. La questione non cambia per D’Alema, Berlusconi, Di Pietro, ecc.

In Italia si è istituita la professione di politico, riservata a pochi, proprio come succede per i sovrani. No l’Italia è una repubblica parlamentare e da qualche tempo c’è in atto un gruppo di maldestri sovversivi che hanno usurpato il potere sovrano al popolo.

Sarebbe auspicabile per questi che a cacciarli fosse il movimentismo, mediante una rivoluzione pacifica, democratica nell’urna senza arrivare a quei rivolgimenti traumatici con cui tante volte nella storia vengono spazzati via gli usurpatori.

(intervista a cura di Angela Masi)

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