Tu figlio dell’Occidente

Parlo con te. Sì, con te che stai tirando fuori le unghie e affilando il coltello critico per affondarli nel corpo “dell’Occidente”. In nome del dialogo, in nome della comprensione, in nome dell’amore, in nome del rispetto, in nome dello smascheramento dei grandi principi occulti dello scacchiere Mondo.

Sto parlando con te che tiri fuori il dito accusatorio, lo agiti in aria e lo giri con grande afflato espiatorio verso te stesso, anche a fronte di un attacco senza precedenti e dalla ferocia inaudita a uno dei tuoi cuori pulsanti.

Ricordati che sei figlio di quell’Occidente che sputtani. Ricordati che in quella grande casa hai potuto crescere e prosperare.

Ricordati che adesso, in quella casa, sei libero di dire le tue stronzate e che quella casa ha garantito diritti che ti sembrano adesso inalienabili, “i diritti universali dell’uomo”. Non di Dio. Non di Allah akbar, “il più grande”. Dell’uomo!

Ricordati che vieni da una cultura che ha prodotto Montaigne e Voltaire, Montesquieu e Hume, Giordano Bruno e Nietzsche, Kant e Wittgenstein, Russel e Chomsky. Sì, quello stesso Chomsky che ora ti ritrovi al fianco nel prenderti a coltellate e che nessuno va là ad accoltellare per questo.

Ricordati che mentre eserciti quello che ritieni il tuo pensiero critico – che quell’Occidente ti ha sempre garantito nel più splendido dei modi – sei da non più di 12 ore andato in un supermercato che, al di là d’ogni più ovvia considerazione critica (ma certo!) è l’indice d’un benessere economico che mai alcuna era ha conosciuto.

Ricordati che accanto a quel benessere, mai nessun’altra era ha conosciuto indici di qualità umana in ogni campo come quelli che quest’Occidente controverso ha saputo sviluppare.

Sì, controverso, come l’Occidente stesso sa, perché l’Occidente può guardarsi, sa guardarsi e sa vedersi in una prospettiva di miglioramento continuo e spinta evolutiva.

Ricordati che Jimi Hendrix e Miles Davis e Bruce Springsteen e i Beatles e Picasso e Turner e Cezanne e Munch e Magritte e Beethoven e Mozart e Schopenhauer e Spinoza e Galileo e Einstein e Bohr e Heisenberg e i Led Zeppelin e Il Surrealismo, e le Esposizioni Universali, e l’Impressionismo, l’Espressionismo, il Dadaismo, quelle meraviglie che furono Vienna, Berlino, Parigi, Londra di inizi novecento (prima che bruciassimo del nostro stesso fuoco), e Conrad, Proust, Musil, Joyce e Pirandello, e la Pop Art e la Beat Generation, , e Kubrik e Bukowski e Walt Whitman e Thoreau e Charlie Chaplin e Steve Jobs e un milione di altri, che pure hanno esercitato la loro critica feroce alla loro casa, hanno nei secoli (anche solo l’ultimo) costruito la trama dove tu ora ti muovi e sputi, fervida di idee e fermenti e progetti e realizzazioni immaginifiche.

Questo è l’Occidente; questo ha prodotto.

E insieme a questo la valorizzazione e il riconoscimento dello splendore di una metà del mondo: le donne. Le magnifiche donne. Le straordinarie donne.

(Foto di Sasin Tipchai da Pixabay)

Ricordati che quest’Occidente ha fatto errori, tanti, ma che su quegli errori una parte di se stesso ha sempre tratto consapevolezza e spinte differenti, che persino rispetto alla sua forma economica dominante, ciò che ancora con una parola ammuffita viene chiamato “capitalismo”, esso sta cercando forme più inclusive, più eque, più sostenibili, attraverso il contributo di milioni di suoi liberi cittadini.

Ricordati che da altre parti, in questo momento, ci sono due principali poli alternativi che non ti permetterebbero un milionesimo del pensiero critico che eserciti, che vogliono ridurre la tua splendida soggettività a un nulla al cospetto d’uno Stato totalitario o di un Dio piegato alle proprie finalità di potere o alle proprie lordure psicologiche.

Forse abbiamo sbagliato. Anzi, sicuramente abbiamo sbagliato, in un milioni di modi, sporcandoci le mani. Ma altri hanno sbagliato molto più di noi. E ogni volta che ti verrà di spaccare il capello in quattro all’Occidente stronzo, ricordati che lo potrai fare con le armi che quell’Occidente generosamente – e col sangue di molti – ti ha dato in mano.

Perché quell’Occidente ti vuole libero. Ti vuole infinitamente più libero di qualunque altra cultura egemone – perchè, ricordati, c’è sempre una cultura egemone – in epoche passate e di qualunque altra cultura contemporanea. E ti permette pure di esserlo.

Considera chi sei e cosa ti ha prodotto, mentre mangi quello yoghurt bio e stai su un Apple a scrivere. Non fare l’ingrato, gente è stata bruciata secoli fa per portarti dove tu sei adesso.

Non abbassare mai la guardia sulla tua stessa crescita, ma tira su la schiena e sii fiero.

E soprattutto non fare lo stronzo. Perché, ricordati, molto più che “restare umani”, qui, adesso, è il caso di “non fare lo stronzo”. Tu, non lo fare!

Gianfranco D’Amico (tratto da facebook)

(Foto di OpenClipart-Vectors da Pixabay)

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