Un apolide senza tetto tra i banchi della Bocconi (di Salvatore Sinagra)
Apprendo dalle pagine di un quotidiano che uno studente che da moltissimi anni si è trasferito in Italia dall’ex Unione Sovietica, vive una situazione di estrema difficoltà. E’apolide, non ha, quindi la cittadinanza di alcun paese e da quando lui e la madre hanno perso la loro unica fonte di reddito si trova a dover affrontare insormontabili problemi. Parlando con lui scoprirò che la sua situazione è molto più complicata di quella raccontata dal quotidiano. Riesco a fissare un appuntamento con lui per intervistarlo. Ci incontriamo nei corridoi dell’Università.
Ciao, anzitutto ti ringrazio della disponibilità, mi racconti un po’ la tua storia partendo dalla questione della cittadinanza?
Ti concedo quest’intervista volentieri, dopotutto parlando con un giornalista di una testata nazionale sono diventato un personaggio pubblico. Sono nato a Leopoli nel 1981; la mia città natale allora si trovava in Unione Sovietica, oggi è in Ucraina. Quando ho compiuto otto anni mi sono trasferito con mia madre in Estonia e a tredici anni sono arrivato in Italia.Oggi sono uno studente iscritto al Corso di laurea di Economia degli Intermediari Finanziari, che frequento grazie ad una borsa di studio. Nel 2000 ho chiesto alle autorità italiane che attestassero il mio stato di apolide. Ancora oggi ho un permesso di soggiorno fino all’esito di questa richiesta, ma non posso firmare un contratto di lavoro e, non avendo un passaporto, non posso andare all’estero. Da qualche tempo non ho più un alloggio. . .
Non hai provato a chiedere se ci fosse la possibilità di avere un posto in pensionato?
Non posso accedere al pensionato perché ci sono graduatorie fatte con regole precise. Sono indietro con gli esami, in famiglia i soldi scarseggiano da sempre e mi sono dovuto arrangiare con alcuni lavoretti. Il dirigente responsabile del diritto allo studio della Bocconi, Salvatore Grillo, non ha potuto fare altro che consigliarmi il dormitorio della Caritas.
Visto che molti tuoi problemi discendono dal tuo stato di apolide, mi piacerebbe chiederti quali sono le tue origini; per scelta non parlo di etnia, è un concetto che non mi piace e nella complessa situazione dell’Europa Centro Orientale è più semplice parlare di lingua. A quale popolo appartieni?
Concordo con quanto dici su lingua ed etnia. La domanda è molto complessa: sono nato in una famiglia di lingua russa, che quindi è la prima lingua che ho imparato, ma oggi è tutto diverso, la lingua che parlo meglio è l’italiano, la seconda l’inglese, la terza il russo. Non penso quasi mai in russo.
Parli Ucraino?
L’ho studiato un po’ a scuola, ma non sono un buon conoscitore dell’ucraino.
Come mai non hai imparato l’ucraino?
Ai tempi dell’URSS bastava solo il russo, era una lingua franca.
La questione degli apolidi è significativa nei paesi baltici, tra l’altro è suscettibile di diverse interpretazioni: Eltsin parlò di apartheid, la Commissione europea chiese profondi cambiamenti a Tallin e Riga, infine l’OCSE certificò che non vi erano grosse violazioni dei diritti umani. Mi spieghi qual è il tuo punto di vista?
So poco della Lettonia, parliamo dell’Estonia . . . chi non ha un ascendente che aveva la residenza in Estonia prima del 1941 non ha la cittadinanza estone. La stessa può essere acquisita per naturalizzazione, ma bisogna superare un esame sulla lingua, sulla costituzione e sulla legge della cittadinanza estone; è necessario poi avere determinati requisiti di reddito e ed essere residenti in Estonia.
Lo stato estone fa richieste eque o la naturalizzazione è una sorta di “mission impossibile”?
Non so darti una risposta precisa, ma l’ostacolo più grosso è la conoscenza della lingua. L’estone è molto diverso dal russo.
Ma quanti sono gli apolidi in Estonia? Mi pare di ricordare una percentuale molto vicina al 30%…
Nel 1991, al momento dell’indipendenza, erano circa il 30% della popolazione. Oggi la percentuale è diminuita arrivando al 7 o all’ 8%, ma si tratta comunque di un numero rilevante di persone: 100.000 in un paese che fa circa 1.300.000 abitanti.
Perché la percentuale di apolidi è scesa?
Una parte ha ottenuto la cittadinanza estone per naturalizzazione, altri hanno ottenuto la cittadinanza russa.
Come hanno fatto molti uomini di lingua russa a ottenere la cittadinanza estone? Da chi sono stati aiutati? Dall’Unione Europea?
Si sono aiutati in gran parte da soli, si sono impegnati.
Ma dopo l’intervento dell’Unione Europea le cose sono migliorate?
Non proprio: il periodo di residenza ininterrotta mi pare sia stato portato da 5 a 7 o 8 anni, l’Unione Europea finanzia corsi di lingua estone. Ti iscrivi al corso e se passi l’esame ottieni il rimborso.
Anche in Ucraina la legge sulla cittadinanza penalizza i cittadini russi?
Io sono andato via molti anni fa e non mi sono particolarmente interessato, ma credo che i problemi di cittadinanza più grossi si abbiano in Estonia, Lettonia e Georgia.
Come mai non hai la cittadinanza ucraina, se a Kiev i requisiti non sono proibitivi?
Perché sono andato via con la mia famiglia nel momento sbagliato, sarei dovuto essere residente in Ucraina nei primi anni novanta. Sono andato via nel momento sbagliato.
E tua madre cosa farà adesso?
Ritornerà in Estonia, lei è cittadina estone e può quindi lasciare l’Italia.
Sono tanti gli apolidi in Italia?
Sono un migliaio mi pare, puoi controllare sul sito dell’Istat.
Sono pochi e non fanno notizia?
Sì esatto: mille persone sono poche. Considera poi che molti hanno il documento che attesta il loro stato di apolide.
Come vedi l’Italia?
La risposta è troppo lunga . . .
Se vuoi esprimere un parere critico fallo pure, anch’io critico spesso il mio paese. Poi tu aspetti da 13 anni un pezzo di carta che però ti cambierebbe la vita…
Ti ripeto, la risposta sarebbe troppo lunga.
Allora andiamo al sodo: Italia o estero dopo la laurea?
Dipende, bisogna valutare le singole situazioni. L’Italia non è un paese disperato, ma ci sono disperati in paesi che prosperano e c’è gente che prospera in paesi disperati. Poi, nonostante le grandi difficoltà, in Italia ho incontrato persone che mi hanno aiutato, come per esempio il dottor Salvatore Grillo, che ho già citato.
Ma tu nel concreto cosa vorresti fare?
Nel concreto io non posso cercare un lavoro in Italia, perché non ho una cittadinanza e nemmeno un documento che attesti il mio stato di apolide. Molte persone, giustamente, si lamentano perché perdono il proprio posto di lavoro. Io, ad oggi, senza la famosa attestazione del mio stato di apolide, non posso neanche sperare di avere un lavoro. La mia situazione è peggiore di quella di molti disoccupati.
Perché non provi all’estero?
Non avendo un documento valido per l’espatrio, se vado all’estero le autorità locali mi riportano in Italia.
Allora come vivi questa situazione? Ottenuta la laurea avrai ancora i tuoi problemi, nessuno ti potrà assumere e non potrai cercare lavoro all’estero.
Io sono ottimista, dopotutto ho fatto alcuni colloqui e mi hanno già fatto alcune offerte.
Ma come ti assumerebbero questi signori?
Non potrebbero assumermi, mi hanno offerto un lavoro perché non conoscono la mia situazione.
Ritieni di poter ottenere presto la dichiarazione che attesta il tuo stato?
Chi lo sa.
Servirebbe sensibilizzare le istituzioni. La politica potrebbe attivarsi per darti la cittadinanza?
Io mi accontento di poco. Voglio solo il foglio di carta che attesti il mio stato di apolide.
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