Un Governo inutile e una possibile via d’uscita (di Claudio Lombardi)
A distanza di tempo e visti i risultati viene il dubbio che il governo Letta sia nato per mascherare un fallimento e un progetto occulto. Il fallimento è stato quello delle forze politiche presenti in Parlamento incapaci di assumersi le loro responsabilità e perse dietro i loro giochi di potere. Il progetto occulto era quello della prosecuzione della maggioranza del governo Monti, quella che più garantiva non la stabilità, bensì la pura e semplice conservazione.
Un Governo di “servizio” si è dichiarato, ma si è dato obiettivi così ambiziosi (uscire dalla crisi, ripresa dell’economia, riforma della Costituzione) da apparire un pretesto per prendere tempo. La famosa stabilità, si è poi capito, era quella dei gruppi dirigenti della buropolitica che non intendevano mettere in discussione il loro potere.
Le riforme costituzionali con il corollario dei comitati di saggi e di leggi costituzionali a lungo decorso sono state il ripescaggio di una presa in giro da sempre utilizzata dalle forze politiche in difficoltà per rinviare le scelte utili e per camuffare quelle dannose. Come è stato con le poche modifiche portate alla Costituzione nell’ultimo decennio e con la legge elettorale che tutti dicono di voler cambiare.
La verità è che è dovuta arrivare la Corte Costituzionale a mettere la parola fine alla presa in giro. Adesso, forse, sarà Renzi a dare una scossa a gruppi dirigenti immobili pronti a trastullarsi con i più svariati modellini elettorali, ma privi dell’interesse a cambiare davvero.
La legge elettorale è, però, solo la manifestazione più vistosa di qualcosa di più eclatante. I fatti parlano chiaro: disoccupazione mai così alta; debito pubblico mai così grande; Pil fermo; pressione fiscale ai massimi livelli; povertà che colpisce milioni di famiglie (milioni non migliaia!). Il quadro è quello di un governo incapace di governare e di andare oltre la burocratica ordinaria amministrazione. Un governo incapace anche di dirigere e controllare lo strapotere di una burocrazia che gestisce i suoi interessi di casta, ma che è strettamente intrecciata alla politica tanto che si può parlare di buropolitica.
La vicenda scatti di anzianità degli insegnanti è esemplare così come quella dell’IMU. Per quest’ultima si è fatto un capolavoro: con una sola scelta politica si sono messe in crisi le casse dello Stato, quelle degli enti locali, le politiche del lavoro e di rilancio dell’economia. Un capolavoro! E tutto per inseguire una promessa elettorale di Berlusconi che poi, comunque, è uscito dalla maggioranza.
Adesso l’IMU è tornata sia come strascico dell’abolizione con la cosiddetta mini-IMU che si dovrà pagare tra pochi giorni, ma ancora nessuno sa il come e il quanto; sia sotto altri nomi (TASI, IUC ecc) e costerà più di quella abolita. Insomma una presa in giro fatta di pressapochismo, arroganza e incapacità di governare.
È sempre più chiaro che il cuore del problema è il potere: i politici vogliono mantenere il consenso a prescindere dalle conseguenze delle loro decisioni e si mettono nelle mani della burocrazia che dirige le amministrazioni pubbliche, scrive le leggi ed è la sola a capirne tutte le implicazioni; ne controlla l’attuazione e può gestirla come vuole ben sapendo che il politico non è in grado di intervenire su nulla. La burocrazia gestisce il potere reale e assicura al politico ciò che al politico serve: qualche risultato da esibire e tanti consensi da riscuotere con interventi mirati. Le leggi finanziarie o di stabilità, i decreti mille proroghe zeppi di indecenti distribuzioni di soldi senza criterio, la mancata attuazione delle leggi dimostrano che le cose stanno così.
Vie d’uscita? Ci sono. Bisogna aumentare la trasparenza e l’informazione dell’opinione pubblica; bisogna sviluppare la partecipazione dei cittadini andando oltre la rappresentanza di interessi (sindacali, di categoria ecc) che è parte del problema; bisogna far nascere o potenziare forze politiche che non siano asservite ai gruppi dirigenti; bisogna diffondere un rifiuto culturale dell’individualismo predatorio che è il modello che è stato presentato come vincente agli italiani; bisogna lottare contro la corruzione che da questo modello deriva. Tutto ciò significa che nuove elezioni in tempi brevi sono necessarie, ma non sufficienti senza una spinta che venga dal basso.
Insomma una via d’uscita molto difficile, ma possibile
Claudio Lombardi
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