Un omicida stradale che ci ha beffati
Il 26 dicembre 2013 l’auto in cui viaggiava la famiglia Manzi fu investita sulla Nettunense nei pressi di Roma da un’altra auto guidata da Daniel Domnar, 21 anni, romeno, risultato positivo ai test per alcol e droga e uscito da poche settimane dal carcere. L’auto non era sua ed era priva di assicurazione, inoltre lui non poteva guidarla perché privo di patente. Stella, una bambina di 9 anni, morì il giorno dopo; la sorellina e la madre furono ferite gravemente.
Il processo a carico del responsabile della morte di Stella non è mai iniziato perché dopo che fu respinta la richiesta di patteggiamento avanzata dal legale del giovane romeno l’udienza si doveva tenere in questi giorni, ma Daniel è riuscito a fuggire. Niente di complicato: da luglio era agli arresti domiciliari.
Questo caso riapre una ferita che sanguina del sangue dei tanti uccisi in incidenti stradali dove la casualità è solo una remota ipotesi. Quasi sempre i responsabili sono ubriachi e drogati, spesso non dovrebbero nemmeno guidare perché non hanno la patente e nonostante ciò guidano come se l’auto fosse un’arma. Che, infatti, colpisce e uccide. Che siano inconsapevoli è assolutamente da escludere e sarebbe ora che la legge stabilisse una relazione diretta tra il loro comportamento e le conseguenze che ne derivano. Se muore una persona loro sono gli assassini e per questo reato devono essere perseguiti.
Che si tratti di persone provenienti da altri paesi rafforza la sensazione di impotenza che ci colpisce in quanto italiani. Chi si trova in Italia e viola tutte le leggi con tanta noncuranza evidentemente non teme le sanzioni del nostro ordinamento. Come è noto il reato di omicidio stradale non è previsto e la pena che viene data ai responsabili, di solito, è di pochi anni di galera che nemmeno vengono scontati per intero.
Nel caso di Daniel Domnar nemmeno questo: lui ha semplicemente beffato l’Italia godendosi le garanzie di cui sono generose le nostre leggi e se ne è andato. Magari è tornato in Romania a raccontare ad altri delinquenti quanto poco si rischia nel nostro paese. Congratuliamoci con noi stessi che non riusciamo a farci ascoltare dai politici e finiamo sempre a fare la figura dei pagliacci
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