Un problema serio: il reato di omicidio stradale (di Claudio Lombardi)
In questi giorni si è verificato l’ennesimo caso di omicidio stradale. Sulla Nettunense nei pressi di Aprilia il “solito” ubriaco drogato senza patente ha investito in pieno un’auto con a bordo una famiglia. Una bimba di 9 anni, Stella, è morta. Altri della famiglia sono in ospedale per le ferite ricevute.
Come sappiamo dai tanti casi precedenti il responsabile dell’incidente rischia ben poco: la patente non l’aveva prima e continuerà a non averla (per un po’ ovviamente, il diritto a conseguirla non si perde); la pena prevista va da 3 a 10 anni salvo attenuanti; l’arresto non è nemmeno obbligatorio. Insomma, il fatto di essersi messo alla guida di un’arma su quattro ruote sotto l’effetto dell’alcool e della cocaina non implica una responsabilità diretta. Sembra quasi il vecchio ritornello che dice “Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammoce ‘o passato”. Detto in altre parole: chi resta schiacciato dall’auto di un ubriaco drogato è vittima di un incidente e basta. Quasi un fenomeno naturale come un fulmine o un’acquazzone…
D’altra parte la Cassazione poco tempo fa ha confermato la riduzione della pena inflitta a quel Lucidi che nel 2008 uccise a Roma due fidanzati in scooter passando col rosso a oltre 90 km orari. Lucidi non aveva la patente in quanto cocainomane riconosciuto. Secondo la Cassazione la pena più mite si giustificava poiché nel momento dell’investimento dello scooter l’imputato dimostrò sorpresa e stupore (lo riferì la donna che era in auto con lui). Inoltre, dal momento che andava a più 90 chilometri orari, oltrepassando una serie di semafori rossi, Lucidi avrebbe anche potuto far del male a sé stesso e alla sua compagna, se si fosse scontrato con un veicolo potente e grande come il suo.
Insomma un ragazzaccio che stava solo cercando di spaventare la sua ragazza, ma nessuna intenzione di fare del male.
Ecco, per evitare queste avventurose elucubrazioni di psicologia giuridica da Settimana enigmistica, ci vuole l’istituzione del reato di omicidio stradale che cambi radicalmente il trattamento di questo tipo di reato. Arresto obbligatorio; pene aumentate a 8-18 anni; revoca a vita della patente. Questi i punti principali di una proposta di legge redatta da un comitato composto da decine di associazioni (www.omicidiostradale.it).
Il comitato chiede l’aiuto dei cittadini perché sia approvata una legge che stabilisca una condanna, a carico di chi provoca incidenti stradali sotto l’effetto di alcool e droga, adeguata al danno (morte o lesioni gravi) che ha provocato con il suo comportamento. Piuttosto semplice, no?
Una pena “equa” per il danno provocato e “certa” rappresenta un atto di “prevenzione”. Serve da deterrente e rende un minimo di giustizia a chi ha perso la vita per il comportamento criminale di un guidatore che si è messo alla guida non essendo in condizione di farlo.
La legge proposta non servirà a ridare la vita a Stella che si è fermata per sempre nei suoi 9 anni e ai tanti altri che l’hanno preceduta, ma servirà a tentare di evitare altre morti e a rendere un minimo di giustizia a chi ha pagato con la vita la follia di alcuni. È un dovere morale e una condizione per dare un senso alla convivenza civile.
Claudio Lombardi
Ed ora l’omicidio stradale è sempre più vicino ma non solo quello… http://goo.gl/BPE5ub