Un termovalorizzatore per Roma

Tutte le principali città europee ce l’hanno. Città pulite e ben organizzate. In Italia ci sono tanti esempi di installazioni efficienti che non creano alcun problema all’ambiente, ma anzi restituiscono energia alle città senza petrolio e gas. A Roma, invece, è un tabù anche solo nominare il diabolico “inceneritore”. Si è preferito per decenni buttare tutto in una enorme discarica (Malagrotta) oppure lasciarla nelle strade trasformate in mini discariche in attesa di spedirla lontano per la termovalorizzazione (sui Tir che viaggiano a gasolio e inquinano). A pagamento ovviamente. Il ricatto degli pseudo ambientalisti con forti agganci nei partiti di sinistra e l’acquiescenza di chiunque abbia governato a Roma nel passato (anche agli interessi di chi gestiva i rifiuti) ha creato una situazione assurda: il massimo dell’inquinamento, del disagio e dei rischi per la salute pubblica e il massimo della tariffa per lo smaltimento.

Pubblichiamo una sintesi tratta dalla newsletter de “Il Foglio”.

“Consiglio non richiesto al sindaco Roberto Gualtieri. Sul termovalorizzatore a Roma serve un bel bagno di trasparenza e di sincerità storica. Inutile prendersela con la vuota stagione grillina. Gli errori romani (e laziali) sulla gestione dei rifiuti sono più antichi e nascono da decisioni prese dai maggiori partiti o dai loro antenati, mentre perfino le migliori giunte recenti, quelle di Francesco Rutelli e di Walter Veltroni, non hanno saputo e soprattutto voluto occuparsi del problema, preferendo sempre il rinvio e la rimozione, e quindi, nei fatti, il metodo della spedizione a lunga distanza dei rifiuti raccolti, dopo un minimo trattamento nel territorio comunale.

Gualtieri farebbe bene a riconoscere questi errori storici e a ripartire da una loro revisione, perché la sua vittoria è stata un estremo tentativo di affidare la città a persone serie e competenti, dopo una girandola di tentativi fatti più per sfregio, come si dice a Roma, che per convinzione politica. Gualtieri ha assunto con grande impegno e convinzione l’obiettivo della costruzione di impianti di smaltimento proporzionati alle necessità romane e utili anche a rispettare le stringenti regole europee.

Faccia un altro passo per dire pubblicamente che la sua amministrazione è la prima, e proprio la prima, che a Roma fa convintamente questa scelta. Servirebbe anche a lui, per chiedere, in cambio della trasparenza nel riconoscimento degli errori passati, anche una moratoria del dileggio quotidiano a colpi di foto con strade invase dalla monnezza. Poi, certo, servirebbero anche, presto, le prove dello stato di avanzamento della pratica”.

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