Una dose unica soluzione

Più passano i giorni, più l’unica soluzione alla crisi dei vaccini sembra essere la dose unica somministrata al maggior numero possibile di persone con un piano emergenziale da attuarsi superando le assurde lentezze dei mesi scorsi. Centri di vaccinazione ovunque sia possibile, migliaia di assunzioni, orari prolungati e Protezione civile al comando. Questa la ricetta se il governo vuole fare sul serio. Aspettare i tempi della ridefinizione dei rapporti con i produttori o, peggio, quelli dell’avvio di centri produttivi nazionali è in conflitto con la rapidità richiesta dalla crescita del contagio. I dati a livello internazionale parlano chiaro: al 25 febbraio sono stati vaccinati il 20,41% degli statunitensi, il 29,57% dei britannici, il 6,06% dei francesi, il 6,82% dei tedeschi e il 6,53% degli italiani. Pensare che si produca un qualche miracolo che permetta di raggiungere l’immunità di gregge entro l’estate non ha senso perché il miracolo non ci sarà.

Arriveranno invece molte migliaia di morti in più, paralisi delle attività sociali e anche economiche. Il bel tempo e la stanchezza di un anno di pandemia rendono sempre più difficile tenere la gente isolata e a distanza. Non c’è più tempo da perdere. La seconda dose si farà, ma in tempi più lunghi

28 febbraio 2021

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *