Una sanità pubblica inadeguata

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Così l’articolo 32 della Costituzione. Nel 1947 non esisteva il Servizio Sanitario Nazionale a carattere universalistico che fu creato nel 1978 per garantire cure gratuite a tutta la popolazione e non solo ai poveri. Da allora la sanità è cambiata più volte prima in meglio e poi in peggio. L’accusa che viene sempre rivolta ai governi è di aver ridotto le risorse a disposizione della sanità pubblica nonostante il Fondo Sanitario Nazionale sia sempre aumentato. Sempre troppo poco però. Sono cresciuti i bisogni, il costo delle cure e delle attrezzature e l’invecchiamento della popolazione. Osservatori e organizzazioni professionali hanno puntato l’indice anche contro l’inappropriatezza delle cure che ha determinato per anni enormi sprechi ed ha aperto la strada a veri e propri saccheggi delle risorse della sanità. La regionalizzazione del servizio sanitario ha peggiorato la situazione frammentandolo in 21 sistemi sanitari diversi moltiplicando sprechi e inefficienze.

La realtà di oggi è che gli italiani sanno che se vogliono affrontare un problema di salute in tempi certi devono pagare. Le liste di attesa non sono inevitabili. Sono una scelta politica a favore di un sistema misto nel quale al privato spetta la parte più profittevole. Fino a quando gli italiani accetteranno questa deriva a favore dei privati?

3 ottobre 2023

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