Vien voglia di arrendersi ( di Piero Filotico)

scoraggiatoLa confessione dell’amico avviene poco fa, in una telefonata che doveva essere di auguri per la ricorrenza che lo riguarda. Esordisce così “Un paese a rotoli, il senso civico a zero, sciacalli e incompetenti in tutti i vertici, perfino la natura che ci punisce per l’egoismo e l’incuria, finiremo travolti dall’alluvione della protesta, dal fango della morale ignorata o dalla rinuncia totale o da tutt’e tre.

Leggevo il giornale e ho improvvisamente capito che non c’è più nulla da fare, siamo arrivati al punto di non ritorno. Ancora si ruba e si specula sul terremoto dell’Aquila, non c’è regione o comune dove non salti fuori quotidianamente lo scandalo o lo scandaletto in aggiunta a quelli dell’alta politica. Devo andare a pagare ancora altri pezzi di Tares, Imu, tasse sui rifiuti.

E poi c’è questa vergognosa faccenda della legge elettorale. Sono dieci anni che tutti in coro chiediamo una legge elettorale degna di questo nome, arriva il nuovo segretario del Pd, il mio partito, quello che più si è battuto perché si torni alle preferenze sulla scheda elettorale e cosa fa per prima cosa? Si incontra con quell’altro e concorda un’altra porcata. Un pò diversa, ma sempre una porcata”.

interrogativiOrmai è un fiume in piena e continua “Neanche la Corte costituzionale li ferma, se ne fregano. Ora stanno pensando di ridurre ancora le detrazioni fiscali, mentre gli evasori sghignazzano e i padroni del gioco d’azzardo coperti e assistiti dai loro complici in Parlamento continuano tranquillamente a estendere il loro campo d’azione e a rovinare giovani e padri di famiglia. Stamattina ho trovato un post di Barbara Collevecchio che mi ha aiutato a capire in quale cesso di Paese siamo finiti senti qua: Perché in questo paese abbiamo bisogno di figure messianiche? Perché ci piace l’uomo forte? Perché la comunicazione con effetti speciali conta di più dei contenuti? Perché deleghiamo? Chi comanda lo fa perché tu gli hai dato questo potere. La classe politica è lo specchio del paese dove tu vivi. Facile dire che i politici rubano, difficile dire che se rubano e raccomandano è perché la famosa società civile cioè aziende, professionisti e cittadini lo chiedono. L’immaginario collettivo ora simbolizza in Renzi o tutto il bene ( il salvatore che sbloccherà il paese) o tutto il male ( il nuovo Berlusconi) . Io credo che ciò avvenga perché nel frattempo non siamo cresciuti noi. Le cose non accadono mai senza un contesto e un attore non recita mai senza un pubblico. Libertà è responsabilità, non accentrare su un uomo solo e su un leader tutto il potere delle nostre aspettative.”

egoismo dei cittadiniIl monologo continua: “Hai capito? Non c’è nulla da fare, siamo condannati, perché l’evoluzione si è arrestata vent’anni fa ed è iniziata la regressione del pensiero sociale, quello che ti porta ad anteporre il dovere ai diritti, a guardare al bene comune, alla tua responsabilità come cittadino che si rispecchia in quella del tuo vicino e crea l’armonia della comunità. Stiamo tornando indietro, giorno dopo giorno.  L’egoismo come religione, modello di vita.”

Sono basìto, allarmato. Non l’ho mai sentito parlare così: il mio amico è da sempre un sicuro punto di riferimento. Oltre ad essere un inguaribile ottimista è un sicuro democratico e uomo di indiscussa dirittura morale, un cittadino esemplare insomma. Non posso  credere che si stia arrendendo e glielo faccio notare. Ma è fermo sulle sue posizioni: “non ne posso più, credimi. Ho voglia di mollare tutto e fregarmene, succeda quel che succeda, vivrò alla giornata guardando con indifferenza alla catastrofe intorno a me. Non riesco neppure a mettere due soldi da parte, spendo tutta la pensione, che non è certo grama, mi sto mangiando i risparmi mese dopo mese anche per dare una mano anche ai figli in difficoltà, e allo stesso tempo sono consapevole che sto facendo ingrassare una classe politica imbelle, avida, corrotta e insaziabile. Sono vuoto, scoraggiato, per la prima volta mi sento davvero sconfitto. Ho perfino deciso che non voterò più. E tu?”

partecipazione democraticaDentro di me l’indignazione cresceva fino a trasformarsi in fredda collera per quello che stava affermando e glielo dico. Lo insulto: “sei una delusione. Sei fasullo. Sei un ipocrita. Sei tu che sei come gli altri e temo che tu lo sia sempre stato. Hai solo mascherato bene, hai ingannato tutti quelli intorno a te e ne hai la responsabilità, ma alla fine sei uscito allo scoperto. Faremo a meno di te, tanto siamo noi, la gente per bene, la maggioranza e alla fine ce la faremo, riusciremo a fare di questo paese una nazione civile. Gli incapaci e i corrotti saranno sempre e solo una minoranza, la feccia della società, possono godersela ancora per poco perché non possono farcela contro lo Stato, le regole, le leggi, i cittadini onesti. Non te ne sei accorto, ma c’è una rivoluzione che cova sotto l’apparente sopportazione degli italiani. Sembra che stiamo subendo, sembra, ma la protesta consapevole sta prendendo sempre più corpo e non parlo di quella disordinata e populista, ma proprio di quella cosciente, preparata, culturalmente solida contro la quale non c’è nulla da fare, è come la marea montante…” ma non riesco a proseguire. Dall’altra parte mi arriva, prima accennata e poi via via sempre più aperta, sonora, la risata dell’amico.

“Stavo scherzando, lo giuro” – mi dice – “Leggo o sento dell’ennesima indecente ruberìa, dell’ennesimo caso di malasanità e per un istante, un nanosecondo, mi paralizzo, ma sopravviene immediatamente il pensiero degli amici che la pensano come me, dell’ospedale dove sono stato curato con efficienza e quasi con affetto, del giudice che ha inchiodato il corrotto, del poliziotto che ha smascherato il trafficante, dei mafiosi arrestati, della gente di Lampedusa che ospita i naufraghi, dell’immigrato che consegna il portafoglio smarrito e mi dico che questo è sempre un grande paese e siamo un grande popolo. Hai ragione, tutti insieme ce la faremo, non ne dubito”.

Brani tratti da “Giornataccia, vien voglia di arrendersi” su http://unfilorosso.wordpress.com

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