La vittoria dei conservatori in GB

Londra elezioni politiche 2015Contrariamente alle previsioni della vigilia i conservatori hanno rivinto le elezioni nel Regno Unito. Tutti siamo abituati da decenni all’alternanza tra conservatori e laburisti favorita da un sistema uninominale “secco”. Il Premier uscente, David Cameron, resterà al governo per altri 5 anni avendo ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi (330 su 650) col 36,92% dei voti. Sì il partito di Cameron potrà governare da solo. Col 36,92% dei voti. Scandalo? No ci siamo abituati, funziona così da quelle parti. Magari sarà anche frutto di una coscienza nazionale forte e di una cultura civile meno frammentata della nostra, ma funziona.

Qualche riflessione allora bisogna proprio farla.

  1. Il sistema britannico permette che con il 37% dei voti un partito ottenga la maggioranza assoluta dei seggi. Nessuno dubita che il sistema britannico sia democratico. Dunque anche l’italicum è promosso perché è richiesta una maggioranza del 40% o un ballottaggio per ottenere la maggioranza. Possiamo, dunque, guardare con serenità al nostro futuro: non sarà una legge elettorale a minacciare la nostra libertà.
  2. dubbio scelte politiche sinistraIl partito laburista di Miliband perde anche se, rispetto alla precedente direzione politica del Labour, ha scelto di accentuare i temi propri della sinistra. Nulla di particolarmente rivoluzionario ovviamente, ma all’elettorato non è piaciuto. La domanda da farsi è: perché con il Labour di Tony Blair i laburisti vincevano e con Miliband no?
  3. La risposta non riguarda solo i laburisti inglesi, ma tutta la sinistra in Europa. Qui in Italia molti vorrebbero una “sinistra più di sinistra”, ma da anni questa “sinistra più di sinistra” non vince ovvero non riscuote la fiducia degli elettori e più i toni si alzano ed evocano i temi classici della sinistra più le percentuali elettorali scendono. Come mai?
  4. In questi anni l’unica crescita sorprendente dei consensi ha riguardato il M5S che di sinistra secondo i canoni classici non si può definire. Dunque occorre domandarsi cosa c’è che non va nella “sinistra più di sinistra”. Adesso è la volta di Civati che sicuramente insieme a Sel e alla Coalizione sociale di Landini proverà a dare una risposta a questo interrogativo. È importante che riescano a darla, ma sarà faticoso andare oltre temi e linguaggi usati da decenni. Una rinfrescata con alcune proposte del M5S potrà aiutare, ma non sarà risolutiva. Vedremo.
  5. Intanto si conferma che nelle società complesse della parte del mondo in cui viviamo vince più facilmente il centrismo con le sue varie declinazioni, di sinistra o di destra, ma nessuna formazione che voglia governare può prescindere da questo dato di fatto.

Quindi come sarà il futuro bipartitismo in Italia? Basterà declinare i progetti di governo verso sinistra o verso destra per dare vita a due grandi partiti in competizione? Il caso del Regno Unito dice di sì

Claudio Lombardi

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